Volontà - anno XII - n.7-8 - luglio-agosto 1959

Il sindaco di Roma fece affiggere un mani(esto che incominciava così: Roma si associa al lutUJ che colpi• sce il mondo civile e continu::wa in– fierendo contro l'assassinio del pen– satore, a~u• apostolo della Scuola Moderna. « Io sono innocente»: è l'ultimo grido di F. Ferrer. Egli aveva ragio– ne di 1>roclamnre la sua im1ocenza perchè durnntc tutta la sua vita ave• va combattulo a fin di bene per la giustizia sociale e per tutte le li– bertà. Ma egli era colpevole di essere anarchico e ri"oluzionario. E' neces– sario dirlo perchè al momento deJla sua fucilazione, per innocentarlo, massoneria e liberi pensatori cer– carono di nascondere In vera perso– nalità di Francisco Ferrer. E' vero che egli non era material– mente responsabile della bomba che il suo collriboratore Morrai aveva izettato rnntro i reali di S1>agna 1 nè degli scioperi che erano scoppiati io Catalogna contro la guerra colo– niale del Rif, ma moralmente lo e– ra poichè durante tutta la sua vita era stato un acerrimo nemico del mi– litarismo e aveva combattuto tena– cemente contro j governanti, con– tro i padroni, contro la Chiesa, cioè contro tutti i custodi dell'ordine so– ciale esistente. E guai n chi vuole scuotere i se– colari J)ilasiri della società! Ma. c-ome jl<'rive 1,?;iustamcllle Ar• mando Borghi, «Afa:zini. non è m.e• no grande e meno eroico per essere 1t.atocento volte contro i governi che detestava per il loro ribre.z:o uma– no.... Un leader della rivoluzione ri– sulta tanto piti grande q1wnto più merita le c1ccuse dei suoi nemici. Ma delle colpe, Ferrer ne aveva e sono quelle che lo fanno più grande ai nostri occhi. Non, ultima lei colpa di avere impiegato tempo zelo cal• m'a rela:io,a.i. di amici, al di sopra della singolarità ideologica, per sof– fit1re sul pOfJOlospag,wlo un aliUJ di educa.zione che costituisse 1111 punto di parten:.a onde crescere 1ina gene– rn:ione di ribelli ». 1 F. Ferrer oltre che per jl suo m~r– tirio è rimasto vivo nel ricordo di molti per il suo espcrimen10 di Scuole Modem.e. E' certo che questo suo tentativo di rinnovare la scuola, delle molto rastidio ai preli in sottana e sen– :rn sottana che pretendevano di con– tinuare a condizionare le generazio– ni che via via si affacciavano nella vita, con i loro metodi e sistemi e– ducativi autoritari. E furono le Scuole Moderne a pesare molto sul– la condanna a morte, pronunciata io 1utlfl fretta da un Tribunale che nou tenne in nessun çonto gli elementari diritti della Oifosa. Le Scuole Moderne, infatti, rom– pevano gli schemi educativi della so– cietà spagnola d'nllora, mettevano iu discussione il principio di autorità (1>olilico e reliizioso) e il diritto del– lo Stato e della Chiesa di essere i padroni dell'educazione dei giovani. · Esse, in rcnlt:1, non polevnno nel– la loro improvvisazione, adempiere inlcrameute alla (unzionf' per cui ve– nivano istituite e contenevano in r,erme quei mali - dogmatismo e con.fossionalisr.no - che F. Ferrer rimproverava alle scuole slatali o a qurllc• libere, in mano ai preti. Alle astrattezze e al convenziona- 1 Umanitù Noro, Roma, 12 luglio 1959. 401

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