Volontà - anno XII - n.6 - giugno 1959

francese determinerà cinquant'anni di guerre, seminando in tutta la pe– nisola lutti e rovine. Nei secoli futuri la potenza papale si attenua gradatamente in campo in– ternazionale ed i fulmini delle sco– mwiiche fauno di meno in meno paura. Se gli interventi dei papi nel– la politica dell'Italia meridionale divent1tno meno importanti, essi con– I inuano ciouostante ad essere [rc– quen1i. Eccone un succinto inventario. Clemente VII si allea con France– sco I re di Francia impegnandosi a mandare delle truppe contro il Na– polc1ano e conlribuire così alla scon– fitta di Carlo V. Risultato: la scon– fiua cli Pavia ed il sacco di Ro– ma (1525). Paolo IV orga.uizzò una lega con– tro Carlo V e Filippo II, prometten– do la Sicilia ai veneziani e pensando di dare il regno di Napoli ad un ni– pote. Il duca d'Alba arrivò fino a Roma e gli alleati furono sbaraglia– ti a Saint Quentin (1557). Pio IV, dopo a,•ere reclamato lo !'iiterrniuio dei valdesi nel Piemonte di Emunucle Filiberto, ordinò (1563) al viccrè <li Napoli di mandare in Calab1·ia inquisitori e soldati per e– s1irpare l'eresia. Si trattava anche là dei valdesi in cerca di pace. Le atrocità Curono i– nenarrabili. Inermi popolazioni fu. rono sgozzate, impiccate, bruciate vive, sc1uar1a1e, dopo aver subito le peggiori torture. Si parlò allora Oì 5.000 vittime. Dei villaggi interi fu– rouo distrutti con il fuoco. l\1ontalto e Cas1rovillari furono le localitù piì1 col1>ite. I valdesi di Guardia Pie– montese erano già stati massacrati uel 1340. I pochi superstiti divenne– ro buoni cattolici. Clemente XI rifiuata nel liOO l'in- 368 vestitura a Filippo V, erede testa– mentario di Carlo Il di Spagna e quindi anche del regno delle due ~·1cilie, malgrado il pagamento del tributo di ottomila scucii, contri– buendo così allo scoppio della guer• ra di successione di Spagna che in– sanguinò durnnle 13 nuni l'Europa. L'esercito austro-tedesco occupa Napoli (1707). I privilegi antichi so– no confermati ma si stabilisce che i benefici ecclesiastici siano confe– riti d'ora in poi solamente a-sacer– doti nati ed abitanti il regno. La cu– ria romana insorge ed il papa sco– munica. Giuseppe I occupa le Mar– che e Clemente XI scende a patti, riconosce i nuovi diritti degli eccle. siastici napoletani e nomina Carlo d'Austria re cli Napoli. La calma ristabilita, doveva sor– gere subito dopo la cosidetta « que– stione di Lipari ». Si sa che alcuni contadini i quali portavano al mercato alcuni chili di ccci raccolti sulle terre della mensa vescovile dovettero pagare 27 cen– tesimi di dazio. Il vescovo, sebbene il dazio avesse riconosciuto l'errore, i prodotti vescovili essendo esenti da gabelle, e si fosse dichiarato pronto alla restituzioue, scomunicn,_ tutta la isola cd interdice tutte le chiese. Gli abitanti ricorrono allora al Tribuna• le della Monarchia che fin dall'eJ?O• ca normanna, basandosi sul dirlto di legazia apostolica, giudicava tut~ te le cause ecclesiastiche della Si– cilia. Il tribunale dichiara nullo l'in• terdello e revoca la scomunica. Il vescovo rinnova scomunica ed inter– detto e fugge a Roma. Clemente Xl iuvecc di ordinare al vescovo di sotto111c11crsialla sentcn• za, scomunica u sua volta l'isola di Lipari ccl invia a lutti i vescovi si– ciliani una circolare con l'ordine di

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