Volontà - anno XII - n.6 - giugno 1959

derico, della Corsica e della Sarde– gna con l'obbligo di fornire navi cd arruigeri per la coJnquista della Si– cilia. Da ultimo scomunicò ancora unu vulia la Sicilia ed il suo re. Ma tutto iu invano. Carlo 1I d'Angiò morì nel 1309. Gli successe Roberto che, morto nel 1343, lascerà il trono a Giovanna I. La regina di Napoli e contessa -di Provenza vende Avignone a Clemen– te VI (1348) che a sua volta l'assol– ''e dall'accusa di aver ucciso il ma• rito Andrea d'Ungheria d'accordo con l'amante Luigi principe di Ta– ranto, che diviene suo secondo mari– to e re. L'assoluzione non poté che fovorire l'arrivo in Italia di Luigi d'Ungheria, fratello di Andrea, ae– sideroso di vendicarsi con armi. Nel 1378 viene eletto papa Urba– no VI che si trova dinanzi Clemente VJI, sostenuto da Giovanna 1. Egli investe allora del regno di Napoli Carlo di Durazzo il quale, così chia– mato, entra nella capitale, uccide Giovanna e sale al trono con il nome di Carlo UJ (1382). La regina Giovanna aveva nomi– nato ered·e del trono Luigi d'Angiò che, lo stesso anno, viene incoronato. Scout arrivare a vincere il rivale mo• rì nel 1384-. Anche Carlo III lo seguirà nella tomba due anni dopo. Il successore Ladislao, malgrado si definisca di Angiò-Durazzo, si trovò di fronte il pretendente Luigi II d'Angiò che re– gnerà per qualche mese nel 1389 e fi. nirà per essere battuto. La lotta si estende oltre i confini del Regno di Nupoli, in pieno Stato Pontificio la cui curia continua, come continuerà nel futuro, ad appoggiare gli an– gioh1i1 istigando, fra l'altro, i prepo– tcnli e turbolenti baroni meridiona– li alla rivolta. Sotto Gregorio XII 366 Ladislao occupa Roma e buona par– te del Lazio. Questo « amore » del 1rnpato per i francesi è ben comprensibile se si pensa che con gli angioini la Chiesa moliiplicò i suoi privilegi. Nell'Ita– lia meridionale Carlo I ed i suoi suc– cessori avevano non solo riconosciu– to l'omaggio feudale dovuto alla Santa Sede ma rispellate ed ampliate le giurisdizioni e le irnmunilà ecde– sias1.iche, l'esenzione fiscale delle chiese, monasteri e chierici anche per i beni privati (le franchigie si estesero perfino alle concubine dei preti), l'inviolabilità delle chiese e case di ecclesiastici, l'assoluto domi– nio sui vassalli chiesastici, il paga– mento delle decime e, sotto Roberto, la Camera Apostolico potè appro• priarsi le rendite delle sedi e dei benefici ecclesiastici del regno che Si trovavano ad essere vacanti. Sotto gli angioini inoltre l'Inquisizione, delegata ai domenicani, ebbe libero corso nel Regno di Napoli. Papa Gregorio XII non potè farè al!ro che riconoscere le perdite in– flittegli da Ladislao. Sarà però Ales– sandro V che scomunicherà Ladislao rivendicando il Regno cli Napoli agli angioini. Gio\'anni XXIII, meno teo– rico, riunisce, insieme a Luigi II di Angiò richiamato in ltalia, un eser– cito e dichiara la guerra a Ladislao. Luigi Il è sconfitto a Roccasecca (1413). Roma è rioccupata da Ladi'– slao ed il papa compie un vero e pro– prio atto di cessione. Giovanna Il succede nel 1414 al fratello Ladislao e regnerà venti an– ni. li papa Martino V patteggierZ, con lei la restituzione di Roma. Alla morte di Giovanna II la fa• zione aragonese, rappresentata da Alfonso V, e quella angioina, con alla tesla Luigi III, furono alle pre-

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