Volontà - anno XII - n.6 - giugno 1959
gno dopo otto mesi. Gli angioini do– vevano inoltre, in caso di bisogno, fornire dei soldati in di(esa del pa– pato. Incontratosi, nel 1266, a Bene,,en– to con quello di Manfredi, l'esercito di Carlo d'Angiò, riunito dopo che una decima [u prelevata su tutti i beni del clero, che gli ori e gli ar• genti delle chiese Iurono venduti, che numerose ipoteche furono con• tratte sui possedimenti della Chiesa e che forono presi in prestito dal papa non meno di 220.000 1orncsf 1 (u vincitore. La guerra santa che centinaia di monaci avevano predi– cata in tutta Europa aveva dato il suo buon risultato e Manfredi era sconfitto e morto. I saccheggi della citti, durarono u– na settimana e furono commesse tan– te e tali iniquità che lo stesso Cle– menti" TV scrlsse al vi11citore per rimproverarlo. Dopo il tiepido rimprovero - mo• tivato in gran parte dal fotto che Be– nevento apparteneva alla Chiesa - ci fu beninteso una solenne benedi– zione che consacrò l'impresa. Agli abusi innumerevoli commes– si in ogni parte del regno dagli an– gioini, si aggiunse la bc{fo del ri– fiuto che Carlo emise in un primo tempo di rimborsare il pontefice delle spese della guerra da lui nn– ticipate e di pagargli le ottomila on– cie d'oro annue. Ciò non impedì Clemente IV di bandire mia nuova crociata contro Corradino di Svevia che, sconfitto a Tagliacozzo in un estremo tentativo di ricn1>erare il trono mericlionale, Cu arrestalo su ordine elci papa a Torre d'Astura e consegnnto u Carlo d'Angiò che lo Cece decapitare a Xapoli (ollobrc 1268). Scompariva con lui l'ultimo degli s,,cvi. Nel 1275 Rodolfo d'Asburgo s'in– contra a Losanna con Gregorio X, dal quale è consacrato imperatore di Germanja cd al <1uale conforma la validità delle cosidettc donazioni pa– pali. In realtil le Romagnc, le ?.forche, l'Umbria ed il Lazio, si reggevano tutte liberamente od avevano altri sovrani. Solo Benevento era, prati– camente, nelle mani del papato. I gravi eccessi del dominio angioi– no dovevano determinare, nel 1282, l'esplosione di collera popolare che è passata a1la storia con il nome di Vespri Siciliani. Incominciata a Pa– lermo l'insurrezione si estese ben presto a tutta l'isola ed i francesi Cnrouo nrnssucrati e cacciati. Alla ri. volta subentrò la guerra, poichè Car– lo d'Angiò non si arrese all'evidente perdita della Sicilia ed organizzò pii1 di uno sbarco Ira l\fessiua e Palermo. I siciliani furono costretti, per olle• nere l'aiuto di Pietro IJI d'Aragona, genero di Manfredi, di nominarlo re dell'isola. F.rn papa Martino IV il quale tuo– nò la scomU1Jica sui siciliani ed ara– gonesi, scomunica che Iu rinnovata dai successori Onorio IV e Nicolò IV, malgrado che, con la morte cli Cnrlo I d'Angiò (1285), il figlio Car– Jo Il avesse conclusa una pace con gli aragonesi riconoscendo In perdita della Sicilia. Bonifacio VIII, eletto pnpa nel 1294 con l'appoggio angioi.no , cer– cò con ogni mezzo di ridare la Si– cilia a Carlo li e farsene pagare un tributo. Offri dapprima a Federico I d'Aragona l'investitura dell'Unghe– ria in cambio tlelln rinuncia nlla Si– cilia. Federico avendo ignorata la proposta, istigò, senza successo. i messinesi alla rh•olta. Ln•estì infine Giacomo d'Arngonn. fratello di Fe- 365
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