Volontà - anno XII - n.6 - giugno 1959

pulato t Federico II venne iucoro• nato imperatore. Sotto Gregorio IX la lotta trn Chie– sa e lm1>ero, ripresa quando Onofrio 111 era ancora vivente a proposito della legnzia apostolica dei re di Si– cilia i cui vescovi non era.no ricono– sciuti dnl pnpa, si aggravò. Pren• <leudo pretesto da una mancata spe– dizione di Federico II in Pnlestina, il pontefice lo scomunica e fomenta la ribellione delle provincie meri– diouali contro l'imperatore, proscio– gliendo i sudditi dal giuramento di fedeltà. La successiva pace di Ana• g:ni fu presto rotta, poiehè, avendo Federico II nominato suo figlio Enzo re di Sardegna, Gregorio IX pretese <'he l'i:sola appartenesse alla Chiesa in virili di un antico breve papale. Questa pretesa doveva concludersi, un secolo dopo, con la chiamata de• gli aragonesi in Sardegna, contro i giudici di Arborea, ultimi a diien– dere un residuo di indipendenza sar– da, e l'introduzione di un <1uasicin– <JUevolte secolare rigido feudalesi– mo di marca spagnola. La guerra continuò sotto Innocen– zo IV il quale arrivò fino ad orgauiz. zare una congiura dei baroni puglie– si, con lo scopo di assassiuat·e l'in1- perntore. La congiura falli e la pu• uizionc (u dura per coloro che non riuscirono n rilngiarsi nei territori della Chiesa. Sebbene morto, nel 1250, Federi• co, per combattere il quale papa In– nocenzo aveva speso in sei anni ol- 1 re 200.000 marchi, le ostilità non potcvnno pili cessare. Una delle due polenze doveva essere distrutta. Falli10 pure uu tentativo di assas– sinio d'el successore Corrado IV, fu impiegata di nuovo la scomunica; poi Innocenzo IV negò Jn successio• 364 ne del regno delle Due Sicilie al figlio dell'eretico Federico cd im•itò Riccardo e Edmondo di Cornovaglia e Carlo d'Angiò a venire in Italia per ricevere l'investitura delle terre me– ridionali. I tre principi rifiutano e la tragedia sospende per un momen. to le sue scene con In morle del pa– pa (in Napoli appena conquistata) e di Corrado, e la successione di l\fan– Iredi (1254). Il nuovo pontefice Alessandro IV incorporò senz'altro apoli allo Sta• to della Chiesa; Manfredi però ri– stabilì io breve tempo cd in nome del nipote Corradino la sovranità della casa sveva su tutti i territori del regno. E' a Urbano IV che spetta il triste onore di avere incominciato a con– cludere un trattato con Carlo d' An• giò, conte di Provenza, il quale do– veva scendere in Italia pçr distmg– gere la potenza di Manfredi e to– gliergli il regno delle Due Sicilie. Lo accordo defwitivo sarà concluso e messo in pratica dal successore Cle– mente IV (1265). L'infame trattato prevedeva la ces– sione a Carlo d'Angiò di tutte le re– gioni meridionali, escluso il territo– rio e la citti, di Benevento che resta– vano al patrimonio di San Pietro, ed il pagamento, da parte del papato, delle somme necessarie alla guerra. Se nella discendenza la successione rimanesse ad una femmina, questa do\'eva sposarsi ad un principe ben visto dalla Santa Sede e solo dietro consenso del papa. Cnrlo ed i suoi successori si impegnilvano d'altra parte a non aspirare al douiiuio di altre regioni italiaue ed a pagare O· gni anno alla Chiesa ottomila oncie d'oro, pena la sconnmica dopo due mesi di ritardo e In perdita del re-

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