Volontà - anno XII - n.6 - giugno 1959

nuto Auacleto Il in cambio dtlln Capitanata, parte dell'antico ducato di Benevento, non appena Innocenzo li fu entrato (1138) in Roma, dichia– rò guerra al sovrano meridionale. L'impresa fini miseramente sia per il papa che per i baroni di Ruggero II suoi alleati, e dopo In scoufìun di Montecassino avvenne il ricono– scimento papale delle nuove ac<1ui– .sizioui territoriaH normanne. Imbaldanzito, Ruggero 11 occupa Napoli nel 1139 e gli Abruzzi, al– tra parte del ducato di Benevento, l'anno successivo. Restava dunque un uemico della Chiesa. Celestino li lo sconnmica nel 1143, ed è solo in– ter\'cucudo, nel 1145, in fnvore di Lucio II, contro i ci11adi11iromani riuniti intorno nd Arnaldo da Bre– scia, che re Ruggero sarà assolto. Eugenio Il[, esiliato da Roma, a– veva invano tentato di smuovere i hormanni in suo aiuto, ri11no,•1u1<lo .solennemente il loro privilegio di le– gati npostolici. Adriano IV [u piì1 fortunato. Avuto l'aiuto del Barba– roi::-a potè giustiziare il ribelle Ar– nol,!o e rientrare in Roma dournta. Pensò nllora di impadronirsi anche del Mezzogiorno e, nel 1156, mosse guerra a Guglielmo I, il quale mar– ciò su Benevento, obbliganclo il pa– pa a riconoscere il regno delle due Sidlie per un tributo annuo d1 11.000 scudi romani. La lolla tra Chiesa e fmpero an. dava sempre pili accentuanclosi. Il duello era all'ultimo sangue. L:1 Chiesa voleva il dominio assoluto sugli uomini e le cose, nou c'era perciò posto per il compromesso: o lei o l'impero. Per distruggere In potenza imperiale e conser,•are lo infausto potere temporale tutte le ar– mi saranno buone ed il .Mezzogiorno ne pagherà pure un caro preuo. Alla morte di Guglielmo Il un Tancredi I fu opposto ad Enrico co– me re delle Due Sicilie. La lotta du– rò fino al 1194. Nel !ra11empo, mor• to Federico Barbarossa, Enrico gli succedeva sul trono imperiale tede– sco e suo figlio Federico diveniva così (1190) re delle Due Sicilie. Celesti.no Hl approfittò dell'inte– rinato per rivendicare i suoi pretesi dirilli sul Napoletano o Puglie (due termini con i quali si indicavano al– lora tutti i territori del Mezzogiorno continentale) e sulla Sicilia. Si par– lò addirittura di annettere ai terri– tori della Chiesa tutta la Campania marittima, da Gaeta a Salerno. Le prete.se furono poi Cacilrnen1eabban• donate dietro pagamento di 1.000 marchi d'argento al pa1rn ed altret– tanti ai cardinali. Essendo scomparso nel ll97 l'im– peratore Enrico VI, il papa Innocen– zo Hl maneggiò in modo da esclude• re dal 1rono tedesco tulli gli aspiranti di parte ghibellina. TI piccolo Fede– rico fu di nuovo vi11ima degli intri– ghi papali. fovcstito, beninteso die– tro compenso, re delle Due Sicilie, si vide dare come 1u1ore lo stes5o pnpa che si fissò un emolumento di 30.000 tavcni annui. In Gcrmnnia la imposizione di un im1>cra1ore ~uelfo determinò una luntJl e san(l1inosa gurrra civile. Di,,enulo, nel 1220, imperatm·e, Federico Il ~i ,•ide ~ollecitato da O– nofrio lii, che, cacciato eia Homa, chiedeva aiuto. L'inq>crn1orc ~i dis– se pronto nd intervenire solo se l'in– vestitura del regno delle Due Sici– lie Cossericonfcrmutn dal nuovo 1>on- 1elìce. Questi ncccltò domandando però in cambio, non solo il ritorno a Roma, ma l'appoggio imperiale contro gli eretici. Il mercato fu sti- 363

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