Volontà - anno XII - n.6 - giugno 1959

Nicola Chiaromonte, che era il re– latore del tema, tracciò con Iedeltà i;toriea e ,nolta efficacia il quadro della Spagna dalla dittatura di Pri– mo De Rivera allo scoppio della ri– bellione dei militari. Il putsch del 19 luglio 1936 non fu qualchecosa di improvviso, come potè sembrare al– lora in Europil e forse al mondo in– tero. Esso rappresentava la volontà di dominio assoluto delle caste dei militari, dei proprietari e degli ec– clesiastici che erano state da sem– pre padrone del paese e che trovaro– no un alleato prezioso nei vari go– verni r·epubblicani incapaci di rifor. me radicali nei rapporti con l'eser– cito, la Chiesa; inca1>aci di affronta• re il problema dell'aulouomia della Catalogna e della rilornrn agraria, Le cluc Spague, quella dei ricchi, dei militari, del clero e quella di un popolo asservito e nella miseria, do– vevano un giorno affrontarsi e ba1. 1e~i. N. Chiaromoute 11011 dimenticò di meltere in rilievo la parte che il Vaticano ebbe negli avvenimenti. 001,0 la prima Repubblica esso ri– fiutò di dare il « placet» all'amba– :-ciatore spagnolo; nel 1933 Pio XI <·ondannò la riforma laica della Rc- 1>11bblicaed i "eseovi spagnoli invi- 1aro110 i genitori a far disertare le :;cuole statali ai loro figli. Dopo il i;ollcvamento militare, l'allora car– dinale Pacelli (Pio XII) formò l'in– tervento statuniteme facendo i;apere al presidente Roosev~lt che se fos– se inlerveuuto in favore dei rossi i-.pagnoli, non avrebbe potuto contare sui voti cattolici nelle elezioni ame– ricane. E mai dal Vaticano parti una parola di pietà verso le migliaia di uomiui, donne e bambini che cade– vano in territorio repubblicano. 330 Ma nel grande dramma della Spa– gna si inseriscono altri episodi di lotte feroci tra le forze antifasciste: ed è su questo punto che incomincia– no i contrasti e i giudizi divergono. Veramente, nella discussione, con– trasto incolmabile non vi [u che con il testimone comunista, il senatore Velio Spano, direttore dell'U1dlcì. Tra il relalorc e gli al!ri iestirnoni ,Aldo Garosci, Fausto Niui, e la souoscriua (per onesti-I bisogna dire che le domande rivolte a F. Niui riguardavano le sue esperienze militari e la sorte degli sconfitti re– pubblicani dopo i I loro esodo in Francia e quindi crnno al di fuori dC'lla polemica dei IMl'liti) vi (u quakhe divergenzn nei deuugli ma nel P insieme ,,j fu accordo. (Di q11<·st'accorcio uc dovette prendere :1tto il giornalista dell'U11itlÌ presente the "i Cece il seguente commento: << Qll(111<lo tre per$011e, oppure cento, (lffermario che è bianco e u,w. afjer– tn(I. e/re è nero, non è affauo deuo e/re nbbiano ragione le tre, oppure le cento ») 1 • Di'l molto Ca:stidio ai co1nlmisti sentire, ancora oggi, parlare della prcmiuenz" che gli anarchici ebbero negli tl.Y\'CUirnentis1iugnoli di quegli anni. Eppure essa è evidente, dal– la semplice esposizione dei Catti. Aldo Garosci parla di una colonna 1·omandata da Carlo Rosselli e com– pos1a per pili della melit da anarehi– ri; Fausto Nini parla delle sue espe– rienze militari come maggiore di un battaglione composto tutto di anar– rhici. G. Berneri ricorda l'episodio del Presidente del governo catalano, Luis Companis, che rimetteva la sua decisione di rimanere o no n. capo I /.,•LJ11ità, 6-6-1959.

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