Volontà - anno XII - n.4 - aprile 1959

afferma d1c « In povertà twn si mi– sura a pane, a casti, a caldo. Si mi• 1'iltr<1 sul graclo cli cultura e sulla f1111,• :.ione sodale (e che) fo clig11i1ù del– l'uomo deve ,,recedere il progresso scientifico e il benessere di tntt.i ». Ln i-ua scuola è per i poveri, per– ehè impal'ino a difendersi dal pa– drone, d:11 prete, a capire quello .che accade attorno a aè, a leggere i giornali, n me1tcrsi in condizion!" di partecipare alle lotte politiche e .siudacilli. Il mondo ingiusto devono raddrizzarlo i poveri e questo lo potranno fare solo dopo di essere i,;tati a srnola. La sua scuola si dif. .ferenzia eia quella ufficiale dello S1a10, in tui l'insegnamento segue -schemi psicologici che condizionano gli allievi alle esigenze d'ell11 da se dominante. E del resto, egli, con– stata, la sola educazione che og– gi riceve il popolo segue quegli i-chemi. Giornali, strumenti d'in(or– mazione sono nelle mani della ,-lai-1- -se dominante, ed in ques1a cons1ata– zionc è implicita la condanna con– tro il cumulo del potere economico e dei mezzi culturali. E com'è Don Milani come niae– !-tl'O? Lo dice egli P-lesso: <e Ho baciato u cdi.f,carc me stesso, acl e,~-~ere io r,IJ– mc avrei volnto diventassero i miei allievi )). Non bisogna << preoccnpar– si di come bisogmi fare scnola, mn solo di come bisogna essere per fJO· ter far scuofo ». Ed altrove: " ... nel fare .~,-,wfo so– no viguolo, i11tollercmte, .spietalo. Non ho retto i giovani con cloni spe– ciali di attrazione. Sono st(IIO solo furbo. fio S(lfUIIO tOCC(ll"C il la!!IO che /1(1. ffllto .~raltare i 1nm pi,ì it1t.imi do– rii )). tc<·onc uu esempio: ,e Smisi. cli far la corte ai giovoni che non ve11i11w10. Non pe,·dcr;o, <lll· zi ocn1.~io11e cli nmilinrli u offen– derli. P(>r esf>t11/Jiocc111itc1n1, che cmclc11i• clo in pae:m uovassi uno di loro nel bar a arrabattarSi coll'elenco telefo• nico. Se mi chiedeva di aiutarlo, invece di contentarlo al:.civo la vo– ce e lo infamavo: 'Se avessi <wuto a fare io la figu.ra che hai fotto te ora, di doverti raccoma11cfore a un prete, te operaio, sarei sklto a patt.i di non nwngiarc e non dormire e cli ,um conoscere domenica nè fe• rie fi11c/1è non ce l'avessi s/cm,gata da. me. Cli. operai da te sono pro– prio come li 11ogliono i signori. Non lo ·vedi clte organi.zza,w ap11ost.a il Giro d'Ju,li(I. e il ci11eper imbambo– htrti e t.enerti lontano dalla scuolti e dol situfocat.o? Mci loro lei Gazzet– ta non lct. leggono e badano a stllr dietro al.loro sùulaccllo e a mandC1- re i. loro [,,:li «ll'tmivei;sità e ,,oi ri– ckmo alle tne spalle .. : E via di se– guito ,,er un'ora fi11chè l'cwevo /at.– to vercle ». Ma egli "a rendere la sua scuola cosi interessante che dopo due an– ni tulli la fr<·qucntano e nella cano• nica non esistono pili sale di gioco <' se tmo chiede, oggi, a S. Donato: <( Vi .~iet.c di.vertit.i >) la domanda è •·on~idcrata 1< poco meno che por– rwgmf,ca )l, Come per I' istruzione religiosa egli crede non sia necessa– rio un insegnamento specifico ma che bi~ogna turbare l'animo dei giovaoi verso i problemi della relij!:ione, <"osi 1•cr l'islrnziouc generale, è ne– <'cssario seminare contrnsti. ac<"en– dere delle discussioni, eonlrappor– r<' ~chieranwnti di pensiero.« ... Tut.– M qu<>sto lw eleva/o il livello degli 21,)

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