Volontà - anno XII - n.4 - aprile 1959
all'cslern. Centinaia di r.,gazzc. a 1>artfre dai sedi<'i anni, esercitano le antiche professioni degli i-chiavi, e iu condizioni molto ~imili. << Servire)), anche per coloro che souo abituali al concetto e alln professione, è u• miliante . .E servire lontano dalla (a. miglia non solo è umiliante ma, in certo senso, disonorevole per la (a. miglia e per chi serve. In questa vergogna si tiasconde la profonda 1·ealtà di nn'autodi.fosa. Non è rnro, infa11i, che le rngazze messe n ser– vizio vi perdano I' onore. Qwmdo una famiglia manda le figlie a ser– vire, vuol dire che non ha altrn scel– ta. Tra la fame c l'onorn, è questo che perde, che deve perdere. La 11ecessitìi di sopravvivere i· piì1 forte di <Jtrnlunque c~igenza morale o i-o– <:iale: In questa 111·ematur,1 o(:(;upazio– ne dei figli P la caus.i principa– le dcli' aualfobetisrno. Gli unni che i ragazzi dovrebbero dedicare alla scuola, devono inve<:e dedicarli ud ainlare la famiglia andando per le~a al bosco, collocandosi nelle fattorie o ser\'endo nelle case dei pii1 fortunati. Ai temili della Re– pubblica, nel paese di cui 1mrliamo fu costrui1a una ~cuoi.i di !-ei das– ~i. L'edificio, vcrnmenlc bello e grande, è rimasto chiuso per anni o ha funzionalo per uu lerzo dellu sua capienz11. Fino all'anuo scorso, le aule non erano dol.nte del mate– riale dida1tic·o. Questo centro è l'u– uico di iuse~namcn10 pubbli<'o nel pnese. Prima della j!;uerra civile. esistcw, 1111 islituto di is1ruzione se– condaria nelli, ciuI, vicina; ma ven– ne chiuso anch'esso, ed è rimasto chÌ\1S0. Per colmo d'ironia, i-i trat– ta della città natale di Francisco Giner de loi- Rioi-, uno dei nomi piì1 i1111>ortanti1h•lla pedaj!;ogia spa– gnola. In (]U('Slo ,·entro d'istruzione cle• mcnlarc pa~sano i loro primi anni. (dai <.:inqtw :,i dodici) quei ragazzi e quelle rag:azz.e ,·he 11011 sono slati <'O!,i,Lr('lti a ot.:cu1}arsi nelle fattorie o a servire in una casa. La perma• nenza degli inscgna11ti è s1raordina– ri:11nen1" insrnbile: nel periodo the trascorsi in 1>aesc~ una dai-se giun• ~e a cambiare maestro quattro o cinque vollt· nello stesso 1·or~o. La capienza delle aule, 11atuntl111cn1c, è insufficiente alla popolazione 8('0• lasti<·a: oltr(' la me1il dei1?li scolari (a 1utrte quelli d1c uon possono frequentare 1w1· le ragioni già de1te) 11011 entra ndl"cdifìc:io. Qnando gli. anni dell"is11·uzio11c elementare ilono trnscursi. gli :.malfabeti ~i sono mu– tai i in semi-analfah('li, un ~enere d'ignoranza anc·he piì1 doloro1-a dC'I• l'altra. L'i11SCS!:11amc11to u u è ~rndualo. Per1:mto, <:olol'o d1c lrnnno frcqu(•n– lnto i ,·orsi elementari non hanno acce:.so ali' istrnzionc sccon<l'al'itr. Chi è ammesso a questo se<·ondo grado. così comune in 1utt.i gli nitri paesi europei? Meno dell'uno per cento. Quest'uno per cento è dalo dalle famiµ:lie lliù danaro~e, lt-· qua. li po~~ono pagar-i-i liti illS('~1tanle 1)1'i• ,,aio o una ~<'uola pri\'nta, ;!:Cncral• mente diretta da rcli;!iO~i. L'in~e– gnanle privalo i· di ~oli10 uno d<'l maf'stri della 1-,·t10ln elemPntan:·, the dii lezioni a domi,·ilio pet· arroton. dar(' lo sti1>endio. Le snwle direltc da religioi-i hanno diverse <·atego. ri<': acl f'Senqlio, i ric-c-hi dC'I JHl('8e di cui ora parliamo 1.1011 sono abba– stanza ricchi per man1euere i loro fi– gli prei-so i gesuiti, e devono accon– tentarsi di m.indarli dai 1-alesiani. Quanto :.,ll'is1r11zionc superiore, è 203
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