Volontà - anno XII - n.4 - aprile 1959
~tH'rr Il' pi,·lrC'. Si man~ia <1uello 1·h1· mani::ia"ano i mendi<"a111i dei wn·hi l('mpi: pas1i a ba:1e di JHlll<' e .tl·qua: a volte un J>Ò (mollo po– t·o) d"olio o lardo. Q1w:-10 1ipu di lavoro ;. il pii1 <·omunc trn i lavori <'omplcmcn• tal'i dl"ll11 cam1rn:;1rn. Ecl ò il pii1 cluro. Gli stessi 4·ontadini stabili (i (·oloni d1c vivono 1u110 !"anno delle loro fatiche) non l"Ono <·a1rn<·i di ,iop1>orturlo. Il colpo del mar1ello dii,ar1icoln tulio il coq>o. feriiòce lf' numi 1,il1 incallitf'. Qmrnti ,·ol1>i cli martello ci vogliono per ,·inque o di,·ci metri 1·ubi di pie1ra? 'Xe!lsuno li h11 ,·onlali; ma ho vifò:to~li uomi• ni piì1 rolm:ò!Li f•adcre !-hni1i fòlul la– ,,oro. Ouranl(• il giorno :,;j lavora. Do"e J.i passia In nollc? S011.0 un J)OIII<' o i;otto un olivo: o semplicemente sol• 10 il t'iclo. per terra. Si rae<'oglie 1milia o erba. se ce n"è, e si riem• pir uu sacco. D01>0 <1uesta operuzio– n<' bisoJ!:irn p{'n.snre alla <"<"nn.Cin– J.nmo deve nrrangia~i col J.UO for. nt~llo all'aria aperta. E fìnalnwnle i:i 1>nì1 riposare, se il lempo lo per• m(•II<'. A volte nei dintorni non c'è erbn nè paglia e bisogna dor111irt.• sul l<·rrcno. A volte manca In lcgua e non i-li può cucinare. A volte il <"ni– do o In pioggia rendono impossibi– li il lavoro. L'acqua spei-so ~i Crova lon1tu10 dnl luogo do"e si lavora e oi.x:orrono due o tre ore per audarln a prcndc•rr. Naturalmente. bisogna bnla ,·alti.i. ~e non infrlln o fanµ:osa. Citi dipf'ltd(' chi luogo clove p;.j 1"-. 1ro– vn1n il llworo. E così vn avanli per uno, clue, ire mesi. Sono rari gli uomini 1•he resistono J}iì1 u lunµ:o a c111C'll!t foti,·a dn ~<·hiavi. T ic buoni » --1nu-1•npir1n .. muoiono lulli 111b<"ri·n• lotiri. Finita In :.la~ion<' clella (ranlt1111a• zio,w dcllt· pictr(", j!li uomini torna– no a casa per 1rnr1ccipar(' ai lavori della campagna nei dh•ersi paesi di provenienza: la sarchiaturn del fru– mento, la 111i,·litu1·a 1 In rnccolta del– le olive. Tornano con gli abiti. sdru– t·iti, le mani e il l'Orpo malconci, ma con un pò d'allegria i11 t.·uore pen:·hè hanno gnndngunlo qualcosa e .l'Unmo per riunir8i con la moglie e i figli. Quanlo ha por11110? E' <1uesta la prima domanda che .l'uscita il ri– lorno dello fò:1rncenpietre. Ma cc n'è un'ahra piì1 1rngica: di 4•he ha vis– :-1110 la sua fomiglin nu'ntrc egli era n~sente? :,\lcllr bo11eghe hanno fat- 10 1-redito per l'indi~pt·nsubile: J)R· 11r, olio, zucchero, <11mlcheultro ge• nere ror.!'(•. Tullo quefòl.lO, in scarsu misura: le bo1t<"ghe 11011 possono dare a cr('(lito per 1111 periodo cosi lun~o e a un numero rosi grande di person('. Sono tanli 1·he var.uio a lavorare loniano. e C(t11tsi tulli pa• dri di famiglie numerose. Inoltre, <·apila spe~"o ,·h<· lo !'1-pnccapietre non abbia gundap;na10 abbastanza da pa~arc qu<'llo ,·h<' In (amiglia ha confò:mnato. Jn qucilto cal!o, i botte– gai rifiutano di forr credilo quando il capofamiglia 1•ar1<• di nuo"o i.n t·crt·a di lavoro. La siluazion<' ,·urnbia di poco quando i lavori dei t·ampi rì- 4•hicdono mano d' opera. Il brac- 1·iante « fa piazza » dal primo mat– lino. Può :1criul<'re dte un piccolo 11roprietnrio terriero o il caposqun• dr:1 di un possidente più ricco ven• 1,!;H e gli dia lavoro, Il luogo di so– lito è lontano: unn. clue, ll'e ore di f.trada a piedi. li brncciante, quan• do sa di aver<" lavoro, vn a casa, prende gli :-1rumf'nti (I:, fn)('e o il ~ar,·hicllo) r- 1111 ,·cslo c·nn qnal<'m:n da 201
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