Volontà - anno XII - n.3 - marzo1959

chi doveva subire la dittatura? I vecchi padroni senza pili forza e mezzi'!' oppure i proletari'1 Si dil-igevauo verso la stalua del Neltuno. Fatti 11ochi passi vi giun• sero ed essi si accorsero che, quasi sotto il bollettino della vittoria altisso contro la vecchia facciata del palazzo municipale v'era un assembramento di gente che guardava qualcosa steso al suolo. Sopra la tesla della gente spiccava un sinistro avviso, scritlo sul muro con del catnme: t< Posto di ristoro pe1 gappisti». Erano stati i fascisti a scriverlo un giorno in cui uvevano deposto lì i cada\'eri di alcuni partigiani trucidati. Pino si ricordava di quel giorno. Ri,•ide quei corpi freddi stesi nl t1uolo contro il muro mentre tro militi facevuno la guardia ai morti. Vo• levano essere un monito. La gente passa,•a al largo, facendo il possibile per allontanarsi. Impaurita, ma ostile contro chi infieriva sui morii. Con Jcntro uno 9tato d'animo pieno di rabbia anche Pino era passato da queUJJ. parie e aveva voluto vedere. Ritornava con gli altri dal lavoro della Todt, a cui tanti si erano ridotti per le c_ento lire al giorno e per i documenti. Ma sul lavoro era sempre un parlare sottovoce delle speranze che finisse presto, che gli alleati avanzassero, che i partigiani potessero punire t fascisti; un giorno sarebbe venuta la libertà e la giustizia, con il pauc e lc1pace. Quella sera tornando avevano assistito al passaggio del funerale di un brigatista nero. Un corteo seguito da armati in divisa, breve, e intorno dei civili dalle lucce tristi che picchiavano (erocemente chi non salutava .il labaro fascista. Giunti in piazza, Pino, con uu altro, avc,,a \'Oluto girare con la bicicletta davanti ai morti; a,,e,•a sentilo quella rabbia sorda che invade chi è impotente a impedire una cosa ingiusta e <1uella sera non avev11 voluto mangiare. Adesso, vedendo quel ci-occhio di gente, cnpì che doveva esservi qual~ cosa del genere, ma non si sentì turbato. Solo curioso. E volle vedere il corpo ormai freddo di un uomo di mezza età, vestito di chiaro, piccolo, almeno così pareva, così ranùicchiato contro il muro. Ave,,a il ,,alto giallo dei morii e sporco da un gnuno di sangue rappreso che si era fermato sollo la bocca. Nou senti uulla in sè. Rimase a guardare quella spoglia che era slata un uomo, forse potente, e che ora era lì sotto il sole cli aprile, irmocuo nella suu immobilil:l. Sentì clire intorno che era il vice-questore dei (a scisti e rhe lo avevano ammazzalo all'alba i partigi1111i. ATiò lo sguardo e vicle ancora la scritta !croce« posto di ristoro Si -senti placato. Quando gli studenti avevano fallo Ja mnuifestazione in piazza per in• vocare la guerra contro Ti-to, per ,, Trieste libera », le squadre degli operai erano. uscite dalle oHìcine per rintuzzare questa nostalgica maniCestazione fascista. La guerra, tutti quei bambocci che gridavano in piazza, non ave- 178

RkJQdWJsaXNoZXIy