Volontà - anno XII - n.1 - gennaio 1959

I.i del settentrione determina un (e. nomeno sociale comprovante il fal– lo che l'animale uomo, quando è toccato nella borsa, cfo,enta animale due volle. G1i afro-americani, natu• ra1mcnle, abitano nei quartieri pili s<1uullidi del1e città e dei paesi; ma a misura che il loro numero aumen– ta, sin per l'incremento delle nascite sia per l'agglomeramento di nuo,•i arrivali da ahre regioni, essi deyo– no espandersi, allargare il loro ghello, ingrandire il loro spazio, " costo di ,1ualuncruc sacrificio, se vo, gliono so1>rav,•ivere. E' una pressio– ne formidabile stimolala dal reccn• te aumento del potere d'acquisto delle masse lavoratrici negre le qua– li1 nella loro cspa~sione, incontrano l'opposizione aspra e tenace dei bianchi che non vogliono abitare fra i negri e nemmeno troppo vi– cino ni negri. Di conseguenza all'av– vicinarsi degli abitanti afro-ameri• cani la proprielà dei bianchi dimi– nuisce di valore, ciò che esaspera i pregiudizi e l'odio di razza degli nbitanli bianchi. Episodi sanguinosi successero in molle cillÌI fler impedire l'inevitabi– le. ma In marca negra straripa incso• rabile. Ahrettanto avviene a San Francisco e in altre citlÌI coi cinesi, i filippini e le altre minoranze ctnièhe. E' nalurale che sia così. ES!i de\'ono pur vivere e hanno <lirino alle case comode e salubri come tutti gli altri. Ripeto che. economicamente, la sorlc tlci negri, specialmente nel nord. è di moho migliorata; ma le apparenze ingannano 1>crciò che ri– guarda i senlimcnti del popolo ver• so la minoranza negra, nonostante l'ingresso di centinaia di migliaia di negri nei sindacali industriali del C.T.O. 20 Bisogna vivere negli S.U. per lun– ghi anni a contatto con le folle pro~ du11rici per poler comprendere q·uanto radicato e profondo sia l'o• dio di razza fra il popolo americano; un pregiudizio secolare, ottuso, iru., gione,,ole, animalesco che considera i negri membri di una razza inferio– re, indegna che deve rimanere sog– getta all'insuperabile supremazia bianca. E' indisculibile che nelle indu– slrie, nel campo del la,,oro, nel111 Jeueratura, nel teatro, nella musica, nel canto. nella pittura, nelle arti, nelle scienze e invenzioni e nella vi– ta sociale in generale gli a[ro-ame• ricani esercitano orn un' iflucnza. non comune negli S1a1i Uniti. Ma, come osserva Ray Ottley in 1< Jllack Odissev »: « 1 onos1ante il suo f'!• norme· contributo di sangue, di su– dore e di lagrime nella storia del paese. il negro rimane l'intoccabile disprezzato e schivalo dai bianchi. Tn leoria egli è libero, uguale a qualunque altro uomo; in pratica csisle fra i hinnchi un tacito accor– do contro di lui che lo relega allo stato di cittadino di secondo ordine. JI n~gro è un paria vagante da por• ta a porla. Nel mezzogiorno egli non è ammesso nelle scuole, nei teatri, ristoranti. taverne. biblioteche. mu– sei e nitri locali pubblici. Nel setten– trione la sua abi1azione è limitala ai luoghi peggiori, può iscriversi solo 11 cerlc scunle e il suo ingresso è in– lerdetto in molti locali di pubblica ricreazione. La differenza tra il nord e il sud è soltanto di gradi ». Ottlcy si dimcnliea cli dire che se gli infami cartelli colla scritta « So– lamente per bianchi » è scomparsa nel nord e nel we&t, un'altra tahel-

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