Volontà - anno XI - n.12 - dicembre 1958

l'occasione si presentava - l'odiata minoranza ucgra, « per metterla al suo posto ». lnialli, comunità tranquille e la– boriose rimbombano improvvisa– mente di urla is1eriche e un afro-a– merica.no penzola dal ramo d'alhea ro; tm corteo di uomini mascherati - Ku Klux Klau - armati fino ai denti (a crepitare Je rivoltelle nella notte oscura e aJ mattino uno o più cadaveri di negri vengono scoperti nel rigagnolo. L'accusa è quasi sempre identica: stupro o tentativo di stupro di donne bianche, sebbene ogni tanto si trat– ti di forto, di percosse e d·'omicidio di persone bianche. Allora l'odio si scatena, la prigione è presa d'as– salto, il detenuto negro è linciato immediatamente, senza opposizione delle autorità responsabili. I veri motivi sono molto diversi: un afro-americano possiede una ca– scina prosperosa, un negozio che sa– rebbero utilissimi a certi bianchi; un altro negro è fiero e dignitoso e non si perita di sobillare i negri nel– la difesa dei loro diritti; quali au– mento di salario, migliori condizio– ni di lavoro, case pili igieniche, il diritto al voto. E così di seguito. Co– desti negri sono vericolo~i peI'Chè si ri6utano di <( stare al loro posto », cioè tentano di agire come liberi cit– tadini. Tutti conoscono i criminali, dopo il deJitto; ma nessuna giuria e nes– sun giudice osa condannare i colpe– voli. Nell'ambiente del mezzogiorno lo afro.arner.icano rimane economica– mente, politicamente e socialmente lo schiavQ di una volta: 85 anni ci separano dnlla guerra di Secessione, eppure ancora oggi vi sono delle 696 persone nel « Decp South » i:.:hcuu- 1rono un rancore segreto contro i maledetti ycmkee i quali, colla im– posizione delle loro leggi e dei loro costumi al sud della linea di Dixie, distrussero per sempre il vecclùo mezzogiorno pairiarcale e schiavi– sta, avvicinandolo sempre più, mo– ralmente e tecnicamente, alle regio– ni industriali del nord. folatti, dalla Virginia alla Loui• siaua il sud viene lentamente indu– strializzalo. Nella sua sete di guada– gno il capitalismo segne la linea di minot· resistenza e molti opifici del settentrione - ove le maestranze so– no organizzate e più progredite - vennero rimossi nel sud con una po- 1,olazione rurale ignorante dei con– flitti tra capitale e lavoro, vergine allo sfruttamento industriale e quin– di campo promettente per i profiitti capitalistici. Gli industriali non si sbagliarono e per molti anni le loro fabbriche negli Stati mcrirlionali pa• garono salari cli fame con condizioni di lavoro meclicYali senza una seria opposizione da parte dei produltori. Ma dopo l'ultima guerra un vento di [ronda agita il mezzogiorno; le grandi organizzazioni operaie del nord hanno intrapreso, da qualche anno, una campagna di organizza– zione e di educazione e di toJleranza Ira lavoratori bianchi e negri, In qua– le, se non ha dato i risultati prefissi dai suoi promotori, ha, tuttavia, !at– to molto bene per la classe lavora– trice e continua a farne. Del resto anche nei grandi centri me1allnrgici del settentrione i risul– tati della grande campagna di fra– ternizzazione tra tesserati bianchi e negri nel seno stesso delle federa– zioni operaie 1asciano moho a desi– derare.

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