Volontà - anno XI - n.12 - dicembre 1958

lo meno che a Roma (per fare un esempio immediatamente l·omprensi– hile): anche senza tener conto, nella città eterna, di preti_ frati ~ su~re. Ai dirigenti del Komsomòl che hanno permesso e orgamzzato 11 primo campo di lavoro volontario internazionale, con Ja partecipazione d~ll.o SCI, è dovuta molta riconoscenza; soprattutto per la stupenda poss1b1- lità di paroia, di movimento, di conoscenza ùiretta, offertaci per ventitrè giorni. Quando si concede libertà si dimostra intelligenza, oltre che forza. Solo un appunto - ohre a quelli fatti inizialu'tenle - ~i carattet·e anti– propagandistico. Avremmo preferito meno manifestazioni esterne, meno trionfali accoglienze; ma più stima e interesse per il nostro lavoro. Al nostro arrivo la banchina della stazione di BClgorod e la vasta piazza antistante straripavan di folla delirame (descrivo il vero, non impiego parole consumale). Oltre ai bagagli ognuno dovette SOJ)portarsi due o tre mazzi di fiori, restare impiedi mezz'ora, sotto il sole cocent.e, a subire i discorsi e i benvenuti di rito, .infine forzarsi un passaggio allraverso la gente che si ge1tava addosso, che impazziva di gioia - ~incera (impossi– bile non crederlo, bT\lardandoli in volto ad uno a uno, anche sapendo ch'era una maniCestazione organizzata). Quindi, per cinquanta kilometri, in ogni paese, in ogni borgo, gente ammai;sata sulla strada a bloccarci il passaj!;gi0, a cacciare altri fiori (e rinfrescanti rami gremiti di ciliepie) dentro i fi– nestrini delle corriere; sino a Kùpino, dove l'accoglienza arrivò allo spa. simo. La mattina della partenza, invece, la pi.azza del paese era deserla: non uno dei giovani con i quali avevamo parlato a lungo, ne:;sun_a delle ragazze <-on cui avevamo ballato tanti valzer, tante sere. erano a salutare!. Non penso ne fossero stati vietati; credo non i:i;li!'Ìa stato dPHo d1'c-ra posi;ibilc farlo. L'esem~1io sovietico non vale per l'Europa centro-seltentriooale. non vale in Italia per chi ha un buon stipendio, una casa comoda, e il passa– porto in tasca. Vale moltissimo - pili del paradiso; al di là dello scherno facile di quelli che mangiano oirni giorno senza fare debiti. senza conce– dere prestiLi - per le centinaia f.H milioni di affamati dell'Amerrc::•a La– tina, dell'Africa e dcli' Asia, Quarant'anni fa il novanta per cenlo dei sud– diii dello zar viveva qnasi come loro, pochissimi meglio, alcuni peggio; oggi gli abitanti dell'Union.• Sovietica di Khrussciòv hanno un tenore di vita 10-30 volte pili alto della massa dei sudamericani, asiali<"i, africani. Bisognava vedere la fa<"cia degli s.tudenti sudanl:"se e colombiano o clegli indiani, quando giravano per ìl villaggio, s'intrallenevano con i col– cosiani, ne visitavano le abitazioni, o li osservavano ~uiclare un autocarro, riparare un trattore, azionare una macchina idraulica: certo ancora con rozzezza, ma f,rià con la dignità dell'operaio; in piì1 con la tranquiTlità di chi non teme il d'omani. Nei gesti e nelle parole dei ,,isitatori c'era un misto di ammirazione e invidia, stupore e dolore>; :-i lrovavano di fronte alla dimostrazione che 678

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