Volontà - anno XI - n.12 - dicembre 1958

• .Ma da voi ci sono le basi americane! cosa dice H popolo? ». « Non dice niente, è contento, spendono tanli dollari! il llopolo ita– liano ama gli americani )). « Allora non fa niente per la pace? )1. « Fa come - per (•&empio - i romeni o i polacchi; sì tiene la ~alo come quelli le truppe sovietiche ». K Ma l'Armata Rossa sta in quei paesi perchè chiamata, pcr('hé amica, per aiutarli! )). « Così gli americani dn noi: che differenza c'è? )), Una mattina verso le undici, sollo un sole pesante, stavo raccogliendo il fieno; al mio fianco ragazzi di i,edici, diciassette anni; alcuni lavoravano, altri stuvuno .i guardare; ad un traHo un giovane del primo gruppo dice, come finendo un discorso suo: r,: da noi si sta bene, c'è il comunismo! »; ed fo: « come da noi col capitalismo!»; ma non capisco ancora per che ra– gione tulli siano scoppiali a ridere. Una sera calda di Libano un attivista interrompe un discorso tra me e una ragazza del villaggio, lanciandomi uno strale durissimo, "elenoso, come ornato d'una bandierina rossa: « Il popo– Jo soviet..ico, ama, loua ller la pace! (era un incubo, questa parola, negli ultimi giorni; di amorr e di pace non ne potevamo pili; specie della se– condu]. E il popolo italiano c·osn fn? )), « Il popolo italiano ama la guerra; gli italiani son dei gut"rricri ! )) e gli \'olto le spalle, furibondo. Un'altra sera, pili t·alma, persi tre balli per far capire n un operaio del villaggio questa domanda di un francese, tentando di avere nna risposta: « Non c'è mai conflitto in te, Cra la tua obbedienza al partito, la tua na– zionalità e l'internazionalismo, che è parte essenziale del pensiero man:i– sta? ». o, era andato sempre tutto bene: liberissimo come nisso, d'ac– cordo con le dircui,•c del PCUS, mai nulla s'era verificato nella politica internazionale sovietica ch'egli non approvasse: russo, comunista, interna– zionalista, perfetta equazione! Sarà stato vero; ma appunto per questo, che pena! Dopo il Libann sono vcuu1i (uori anche altri problemi, secondari, in quel momento, ma tutti anticon(ormisti per la mentalità della gioventù sovietica: il diritto di sciopero anche in regime socialista, andie contro amministrazioni statali (non vuol dir niente « non posso scioperare contro me stesso»; se non nel limbo della fantascienza ufficiale); l'indebolimento dei parliti comunisti occideninli, in Francia e in Italia, i loro errori in campo politico e sindacale; l'insufficiente resistenza a Dc Gaulle. l'arti– colo sette e i patti lateranensi (fatti di cui sono completamente all'oscuro, in Rm1.c:ia).la <'Oncorrcnzn intersindacale: la funzione e la validità dei pic– coli gruppi di sinistra, nnarehici compresi (pur nella loro dispersione). In questi arp;omenti l'attenzione dei russi diveniva grandissima: im– piegammo un'ora e un quarto, una mattina, per nndnre a prendere con l'uuto<·arro dicci sacchi cli cemento a 1111 kilometro di distanza; uno stu– dcnll' d'inglese, un fale~mam<", il ma~azziniere, l'autista. <'onlinuavano a porre domande e a volerne di piì1; quando tornammo il cnpomaHro mi fece 662

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