Volontà - anno XI - n.12 - dicembre 1958

studiano e danno gli esami solo quelli che possono pagare; da noi l'in– gresso è vietato, ma gli studenti - e studiano tutti (·oloro che lò0no ca– paci di farlo - non pagano niente )). Gli risposi che nulla vieterebbe di sommare i vantaggi dei due sistemi, lasciando libertà a tutti d'essere uditori, selezionando, gratuitamente, gli studenti; ma ho notato anche con lui (un giovane di famiglia abbiente, ve– stilo meglio degli altri, fig~io di un direttore d'azienda) che il discorso della terza possibilità. anche quand'essa è d'un' evidenza banale, cade, quasi sempre, nell'indifferenza. (Nel '57-58 solo il 2q% degli ammessi all'uni– versità usciva direttamente dalle scuole medie; 1'80% proveniva dalle fab. briche e dalle aziende agri<'ole). Ma torniamo a Ki'1pino. Sorprendeva trovarn fra la gente del paese - solo una deciua, di coloro con i quali ho avuto contatti, era iscritta al par– tito o al Komsomòl - persone dotate di una buona preparazione tecnica, ricche di e;;pcrienze diverse, e pure umilissime: un giovane trattorista che aveva lavorato due anni nel Kazakhstan (il Far West SO\'ietico) alla bo– J1ifica della steppa; un elettricista (con il quale ebbi un'a(•<·anita discui;sione sul valore della politica-di-mezzo jugoslava), che si l)reparava tranquilla– mente a u1ia specializzazione in chimica; un eaposquadra alla fornace che aveva vissuto lungamente nel Caucaso: gente che aveva scelto, o stava per fado, un mestiere preferito a uno sùpcnclio pili alto; un pccoraro dalle mani larghe, dagli occhi intelligenti, che amava sfogliare il mio dizionario tascabile, leggendo anche le parole italiane e commentando: « interessante! interessante! come sarebbe bello capire tutto! )). Stupiva - ballando quasi ogni ballo e quasi tutte le sere, come ho fauo io, per amore di conoscenza, non per inclinazione alla danza- l'estre– ma varietà degli incontri al di là di un :;tbbigliamento dimesso e cli un com– por1amcnto sodale idenlit·o: un'irnpiega1a clell'amministrazione distrettua– le di Scebéchino con una prcparuzionf' politica felicemente obiettiva, che poneva domande, sul modo cli vita italiano, di una puntualità sconcertante; una swdentessa del penultimo anno di un istituto medio di medicina, che nei mesi di vacanza vendeva giornali 1Jell'edicola annessa all'ufficio postale (dove la\'orano, fisse, una ragazza di sedic·i anni. per 500 rnbli al mes-e r la rrsponsabile, per 800 - 1rnri a 31 e 50 mila lire). Anche dt1e operaie della fornace; che ohre alla dolcezza del volto, dei movimenti e della voce, offrivano con insistenza, quando i.i andava a tro– varle sul lavoro (al taglio dei mattoni), una parte della loro colazione; una contadina <e vera e propria ,i, che veniva a prend'ersi ii cavaliere, quan– d'era stanca di danzare con le amichej e la sovraintendente all'allevamento dei suini, gelosissima della sua funzione, capitale nell'economia di un col• còs, e dclJe sue realizzazioni (un lungo trasportatore pensile per il man– gime, dalle macchine tritafora~l!i del magazzino, alle s1alle): fiera della sua attività ,;of·iale (normale per ogni iscritto al partito o al Komsomùl) di bibliotecaria del villaggio: un poco troppo rigida, però, anche nella danza. Un tipo a ~i· era l'agronomo: una donna sulla trentina, alta ed esile, 650

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