Volontà - anno XI - n.11 - novembre 1958

presa e a sentire il legame che esi– ste tra la sua opera individuale e lutto l'iusieme e potrà arrivare a ca– pire i uumerosi problemi della pro– duzione e tutto ciò che si riferisce ad essa: tecnica, materie prime, e– ucrgia, trasporti, ecc. Infine, nelle assemblee potrà essere un elemento determinante per i modi d'organiz.. zare il lavoro, portandovi il risulta– to delle sue ossen'azioni, i suoi sug– gerimenti e le sue iniziative. La direzione e l' organizzazione del lavor:o saranno cosi tanto opera sua, quanto opera dei suoi compa– gni. ln questo modo si formeranno lavoratori capaci di assumere posti di responsabilità, e la piccola mino– ranza dell'inizio si troverà enorme– mente accresciuta. Si potrà, così, rinnovarla cd evitare la formazione di una burocrazia. Solo con la par– tecipazione diretta di tutti i lavora– tori all'organizzazione e alla dire– zione dell'impresa si svilupperà il senso di responsabilità negli stessi con grande vantaggio dcli' impresa. Nessun lavoratore può sentirsi soli– dale con il suo padrone, sopratutto se è trattato in un modo autoritario: il soldato ubbidisce al generale, ma non condivide e non vuol condivi– dere le sue responsabilità. Via \•ia che l'uguaglianza si generalizza an– che la responsabilità si generalizza. E' nello sfor-.r.ocoscientemente soli– dale, diverso dall'ubbidienza passi– va, che. ognuno comprende il suo dovere e si sfor-,rndi compierlo. Ho citalo come esempio concreto un'impresa che può essere un'offi– cina, una fabbrica, un atelier, la re– te dei trosporù, la miniera, ecc. Ma è necessario arrivare più in là dell'im11resa isolata, perchè nessu- no vive separatamente. La vita eco– nomica, ed anche quella intellet– tuale moderna, è un' unità. Ogni impresa ha bisogno di un 'altra im– presa, di altre industrie per svol– gere le sue atùvità. Ogni lavoratore dell'industria ha bisogno del conta– dino per vivere. L'operaio metal– lurgista ha bisogno del tessitore, del calzolaio, di colui che prepara i pro– dotti alimentari, del macellaio .... Ciascuno deve avere la sensazio– ne che lavora per i suoi fratelli, così come i fratelli lavorano per lui. Sen– za questa comprensione, e questo sentimento di solidarietà tra tutti gli uomini, ogni rivoluzione sociale è ct·estinata a fallire. Ma lo spirito di solidarietà si deve manifestare dapprima in ogni ramo di attività. Perciò se l'impresa iso– lata, piccola o grande, è l'elemento di base dal quale bisogna partire, è necessario superarlo per abbracciare tutti i rami di produzione e di atti– vità. 1 0n sarà mai ripctnto abbastanza che non sono soltanto i diritti del produttore che sono in causa, che non si tratta soltanto di conquistare per quelli che lavorano nell'officina, nei campi, e altrove, maggior Denes– serc con minor fatica. Ma lo scopo principale d'i una rivoluzione è di sodisfare, nella libertà, il diritto al– la vita di tutti i membri di una so– cic1i1. Coloro che ue hanno il com– pito costituiscono la parte della so– cietà in età cd in condizione di lavo– rare. Se questa parte dà la preceden– za ai suoi interessi anzichè a quelli della società, la produzione diminui– rà, e si creerà il disordine che sbo– cheri1 nell'oppressione. Non solo l'operaio deve avere una sua nobiltà, ma anche I' impresa. 611

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