Volontà - anno XI - n.10 - ottobre1958
nirc. <'oniro uomini e sentimenri che sono Ccdeli al pm•sato. Ogni ideologia che riesce ad occu– ,,arP una posizione centrale nella sloria appare dapprima sollo forma di eresia e finisce sotto quella di superslizione. Perchè I' anarchismo non ha ancor occupato tale posizio– ne, ci:so ri\'csté tuttora l'aspetto e il fascino dì un'eresia; ma in qu~nto a u.na tale posizione vi si è avvici– nalo. n'è stato rigellato e ne pare ora decisamente lontano, lo si può definire una superstizione esso pure. Ciò che imporla, tuttavia, è il non i-11crificarc a un'ideologia eteroclita e sedi('ente anarchica I' attiludine fondamentale dcll'auarchismo, ch'è pd ri~pcllo della libertà delle cre– denze, siano queste radicate in un passato di supposta ignoranza o bal– damwse per certe promesse o veri– tù credute intravvedere nel futuro. Ho detto che (( immortalità del– l'anima>) è !"~pressione linguistica infelice, perchè la parola (< morte >> ha un significato preciso in quanto si riCerisce a un corpo vivente, e l'anima, che per definizione nòn è corpo, non può essere nè mortale nè immortale. Di lì a concludere che l'anima è una parola, che l'anima non esiste, non v'è che un pa~so, che molti hanno fatto, meraviglian~ dosi della sua drammatica sempli– cità. Ma dicendo che l'anima è una parola non si dimostra. nè si può dimostrare, che• ciò che s'intende per parola sia tutto riducibile a un fenomeno fisico o chimico, e che sia spicgabil<' in modo esaurienk con quelle leggi che definisc·ono la corn– po:,;izionc dei rorpi o ne misurano le operazioni. Dke-ndo dtc l'anima non esiste non ci si sbarazza affatto del problema dell'essere, senza il quale concettualmente 11011 si arri\'a, <·hecchè 1w dica Gianpaolo Sartre, a impostare o a elucidarc il proble– ma dell'esistenza. ~on propongo nessuna definizio– rw dell'anima perchè 11011 si triltta </lii dj difendere un conccttO mio, bru:,;l d"indicare la lcgit1imità di un concetto altrui rispetto a quella di un altro concetto, pure altrui, col qualf' si vorrebbe negarla. Se do– \'essi dare una definizione dell'ani– ma fuori <ln un particolare contesto di terminologia e di p("nsicro, m'e· s1,orrei a dar l'impressione di nou sapt·r quel ehc dico. Ma si noli rhe lo :,;!e!'SO avveiTebbe a chiunque si peritassc a definire la parola (( cor– po l), tanto pili che oltre che con degli argomenti logici e semantici lo !-i potrebbe confondere piazzandogli <"Ontro l'incertezza e le contradiztoni concettuali che dominano le basi ddla ftsi,...a moderna. Anima e cor– po sono ("oncetti per mezzo dei qua– li relazioniamo e organizziamo gli aspetti inteiligibili, o semplicemen– te pensabili, di quella che per con– venzione denominiamo realtà. Tut– ta l'intelligibilità, in quanto espri– mibile e comunicabile, in quanto so– ciale, è affare sopratutto di conven– zione. Ciononpertanto è intima per– suasione della grande maggioranza degli uomini che v'è una verit$. su– periore o soggiacente a tutte le con– \'CUzioni cd a questa verità procu– rano di riferirsi nei loro pensieri e uei loro discorsi, benchè a nessuno sia possibile di spiegare radical– mente il legame ch'uniscc la verità per sè alla \'erità d'espressione e di con\'enzione o il perchè dell'intelli– gibile e dell'intelligente. 537
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