Volontà - anno XI - n.7 - luglio 1958
sohanto l'inno di Garibaldi e i ves– silli risorgimentali ch'essa mostra di accettare, non è soltanto la festa del primo maggio ch'essa ha deciso di celebrare. Dietro queste formalità celebrative v'è un sorprendente ro– vesciamento di posizioni gravido di conseguenze. Se si pensa aJ1a dichiarata osti– Jità sacerdotale contro il progresso tecnico, tale che il grande poeta ha potuto rappresentare In prima loco• motiva come un trionfo di Satana o deJla ribellione, se si raffronta l'o– stracismo contro tutte le passate con– <1uiste della tecnica, dalla biciclella al cinematografo, alle odierne pero– razioni papali a lavore della televi• sione e del parto indolore, bisogna ammettere che un serio mutamento è av,•euuto dentro questa fortezza millenaria del privilegio e del pre• giudizio. E a <Jual prezzo ha dovuto pagare il suo ritorno al potere po– litico? Con la rinuncia a1la tradizio– nale intolleranza, collaborando con forze politiche con le quali conside– rava inamissibile ogni contatto; uo– mini e idee che considerava <legui solt.anto del rogo e dell'eterna dan– nazione, se li vide affiancati nello svolgjmento degli stessi imJ)egui ed nttività pratiche. Con questi uomini e con c1ueste correnti di id'ec si vide costretta a dividere compiti ed impe– gni e i portoni cli bronzo del fana– tismo dovettero cedere alle necessità pratiche. Assumendo l'nmmiuistra• zione politica della società borghese, la Chiesa è stata assorbita da que• sta società rice,•endone tutte )e con– traddizioni e tutlo il dinamismo. Essa ha perduto la pace deJl'anima; il silenzio e la <1uicte claustrali son slati rotti da un uragano cli passio– nalità ed interessi che sconvolgono 376 l'interna uniformità. Essa s'è legata agli interessi capitalistici e a quelli proletari, le sue ricchezze han preso ormai il volto del capitalismo finan– ziario e industriale ricevendone tulli i problemi storici, ma la sua forza popolare è uscita daHe tenebre del– la rassegnazione per assumere un volto di classe. E mentre le masse cattoliche hanno abbandonato le vec– chie posizioni retrive per assumere atteggiamenti rivendicati"i, le ma~se comuniste hanno abbando•ato le vecchie posizioni rivoluzionarie per l'aueggiamento accomodante ed ar– rendevole dei nuovi dirigenti. L'a– bisso che separava i due opposti at~ teggiamenti è stato superato in que– sto modo curioso ed oggi nei campi e nelle officine iJ proletariato comu– nista si trova praticamente sulle stes– se posizioni di quello cattolico. Ai vertici come alla base stanno caden– do le barriere ideologiche che han– no per lungo tempo diviso gli uo– mini. Ecco il (atto nuovo. Interessi capitalisti ed interessi proletari sono interessi bruciati da esperienze sto– riche negati\'c sotto la cui cenere è rimasta la brace cli \'Cechi ideali e vecchie passioni. Ma in questa bra– ce stanno bruciando i nuovi venuti, la classe dirigente cattolica e le sue masse vergini che han trascinato nel• l'agone politico. Il contatto di que– slo nuovo elemento umano con pro• blemi storici eh'esso ha sempre ri– pudiato ha prodotto un grande fer– mento e una nuova mentalità che non ha più nulla da dividere con l'antico immobilismo e le vecchie pregiudiziali teologiche. Qual'è in sintesi, il valore posili\'o di tutto questo? Innanzi tutto il risveglio del– le masse cattoliche alla vita politi• ca e sociale, il poderoso apporto di
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