Volontà - anno XI - n.7 - luglio 1958
e nel rafforzamento de) potere pre– tino, scorre lo stesso sangue, si rive– la Ja stessa vocazi9ne, che proprio per j) fatto di manifestarsi in situa– zioni tanto diverse dimostra la sua natura sociale che va al di là delle contingenze iu cui s'esprime. Per ve– dere questa vocazione basta non li– mitare l'osservazioue aJle apparenze politiche, ovvero basta guaidarc i fatti politici nella loro giusta pro. spettiva, nel quadro della reahit so– ciale alla <Jtrnle appartengono ed al– lora ci si accorgerà che se in Fran– cia il militarfamo s'è impadronito ieri del potere politico, in Italia il clericalismo s'è già impadronito da molto tempo del potere sociale che esercita incontrastato in tutti i set– tori. La libertà e la democrnzia con le quali si ,•orrebbe differenziare la situazione italiana da quella france• se, non è c·he una larva politica ora– mai avvalsa daJJa vita reale e che l'ultimo responso delle urne ha re– so nncor pili pallida ed evanescen– te, incoraggiando la soluzione di mi gùveruo «forte» sotto l'egida vatica– na. Il fotto che proprio nelle due na– zioni europee politicamente piil e– volute e ricche d'esperieuze ideali, l'esigenza assoluLista d'el capitalismo venga assohn d:ille organizzazioni militari ed ecclcsiasliche, è degno d'attenzione e richiama alla mente le pili antiche civiltà in cui primeg– giavano le caste sacerdotali e guer– riere perchè ancora nou erano ap– parsi i valori dell'operosità e della dinamicu sociale. Tali valori in quei tempi lontani non erano ancor nati, oggi invece stanno morendo dopo tragiche esperienze e se Io scettro del comando viene impugnato da gerarchie ecc1esiastiche e miJitari proprio nella zona pii1 provata della nostra ci,•iltà, ciò avviene per il dis– solversi di quelle idealità che orien– tavano gli uomini nel progresso e neJle lo1te civili. L'esercizio del po– tere politico abbandonato al clero e al militarismo, che alla società e ai suoi processi produtlivi si sovrap– pongono ma dei quali non fan par– te, non è soltanto una sconfitta pro– letaria e popolare, è anche una pro– va d'incapacità della classe dirigen– te che non sa più forgiare i mezzi ideali e pratici per fronteggiare le crisi che maturano dai suoi privi– legi. Oggi che il nuovo ritorno assolutis1a suggerisce raffronti e denuncia stra– ne af6nità con le vicende del primo sorgere del fascismo e dell'hitleri– smo, è bene rneuere iu luce questa fondaruentale diversità fra le due e– poche. La storja sembra ripetersi nelle sue apparenze, nella spinta ca– piialis:a tesa nd integrare il dispo– tismo ecouomico con <1nello politico, nell'impotenzn dei partiti parlamen– tari, nello smarrimento degli uomini politici deJla democrazia, nelle loro incertezze e tradimenti, ma fasci– smo e nazismo esplosero <la un fer– mento vi\'O della società borghese, furono un suo pronunciamento posi– tivo. la sua di<'hinrata volontà di potenza e di espansione che dal vec– chio liberalismo antifeudnle si tra– muta,,a in nuovo assolutismo etico e politi<'o. Oggi la società borghese ri– torna ancora ai governi forti, alle so– luzioni dispotiche, ma non con la primitiva baldanza, vi ritorna stan– ca, senza eutnsiasmo, per forza d'i. nerLia - tristemente gallonata o in– sottanata. VJDEO 373
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