Volontà - anno XI - n.7 - luglio 1958

Stato con dei gruppi disparati e individui isolati, la Francia del 1958 è ingombra di claus, di cricche e di clientele, accanitamente aggrappati ai loro privilegi ed alle loro prebende. Anche il suo prestigio è molto diminuito, tanto nei suoi avversari quanto nei suoi ammiratori. E', quindi, logico pensare che De Gaulle cercherà nell'esercito, nella diplomazia e nella polizia gli strumenti della sua politica e lascierà alla propaganda la cura di smuovere, di entusiasmare, di mobilitare le folle. Con delle resistenze immediate, chi! la maggior p~rte dei militari sono dei funzionari più che dei combattenti; la diplomazia e la polizia sono divise in clientele più fedeli ai dispensatori di benefici che amanti dei doveri pa– triottici. In altre parole, il generale De Gaulle entra su una scena ingom– bra di personaggi poco disposti a cedergli il loro posto anche se gli la– sciano il ruolo di vedetta. li periodo di espansione economica che attraversa la Francia, condi– ziona ugualmente le possibilità di De Gaulle. Il e( gollismo )) sarà forte fin– ché le sue dichiarazioni si mantengono su delle genericità, ma quando delle misure pratiche ridurranno o intaccheranno i benefici dell'una o del– l'altra categoria sociale, la corrente sentimentale che lo sostiene Si dividerà. Ora, il prezzo di una diplomazia grande-nazione, il costo della gran– dezza, i mezzi d'una politica-d'Impero non possono essere forniti che da un impoverimento dei salariati o da una riduzione dei benefici deJle classi privilegiate. Nessun riferimento a Carlo Magno o a Luigi XV può palliare questa necessità. Carlo De Gaulle si sbaglia di un secolo: la Francia ch'egli vuol con– durre cc al vertice ,i è una nazione di second'ordine, dipendente da un mondo nuovo. E' normale che un gruppo di uomini d'affari, finanzieri. o industriali, pensino che sotto il coperchio della follia di grandezza d'un generale illuminato, possano svolgere operazioni redditizie. Ma il movi– mento operaio e, primi tra tutti, i sindacati non possono dimenticare che il loro avvenire dipende dalle trasformazioni delle strullure sociali e dalla solidarietà delle nazioni libere. Al nazionalismo di De Gaulle, alla sua concezione d'uno Stato farle ed ai suoi calcoli sul ripristino di alleanze, le confederazioni sindacali hanno delle risposte che gli sono proprie: l'Europa, la democrazia sociale, il rifiuto di ogni alleanza con i totalitarismi. Parigi, 10 giugno 1958 s. PARANE 368

RkJQdWJsaXNoZXIy