Volontà - anno XI - n.7 - luglio 1958

cerne i problemi fondamentali: Algeria, Europa, rapporti .Est-O\'est, fi. nanze, campo sociale ccl economico. E' molto difficile definire la natura degli appoggi, degli incoraggia– menti, delle simpatie o delle speranze che hanno condotto il Generale alla presidenza del Consiglio. Jn1clle11uali cli sinistra hanno fiducia in lui e così dei monarchici; dei liberali come dei reazionari coniano su di lui. Questo agglomerato di contr11ddizioni assume I' nspetto di « Unione nazionale )) 1 per lo stesso fotto che il generale non presenta né soluzioni, né programma, né dottrina politica. D'altra parte, la brutta 11bi1uclineche gli osscn,atori hanno cli cercare elci precedenti storici o di stabilire dei con– fronti con altri fenomeni all'estero, confonde gli spiriti anziché illumi– narli. E' meglio guardare quello che abbiamo davanti ai nostri occhi piut– tosto che cercare nella storia del XIX secolo, o in Italia, o in Germania, o in Spagna, la spiegazione dei fatti che aV\'engono nella Francia del 1958. L'avvento nl potere del nuovo governo, ha avuto come conse– guenza, in fatto di libertà civili, la soppressione della censura che era stata istituita dal 1ninistro Pflimlin per difendere la libertit. cl do– minio dei ser"izi di Stato, Dc Gaulle tenta cli riprendere in mano l'eser– cito, la 1>olizia e i Mumerosi corpi di difesa. In Algeria, sollo la pressione bene orchestrata dei « Comit1tli di salute pubblica >1, il generale ha mano– vrato e giocato d'astuzia, insistendo sul ruolo direttivo dell'esercito, rele– gando i comitati insurrezionali al rango d'organismi «moralizzatori)). Ma non ha sconfessato l'azione cli quesli comitati ed ha accenato che i rappre– sentnnti uHìciali designati dai poteri pubblici di Parigi fossero allontanati. Queste misure e <ruesti atteggiamenti non possono classificare De Gaul– le né nell'una nC nell'altra categori:i. di « Fascismo » classico. Vediamo, in– \'ece, ciò che 1>ermette meglio di comprendere il suo corn1>ortamento e cli prevedere il seguito degli avvc11imc111ie di prevedere un'azione operaia. Carlo De Gaulle disprezza non soltanto i suoi aV\'crsuri ma anche co– loro che gli stanno vicino ccl i suoi collaboratori. Non è paradossale dire che ai suoi occhi ogni francese è un essere mediocre e poco degno di fì. ducia, ma che la Francia è una nazione il cui destino è unico e che <1ue– sla Francia è incarnata da lui, De Gaulle. Questa concezione mistica e me– galomane non esclude affauo l'im1>iego dei proccdiruenti politici in cui ab– bondano l'abilità, l'astuzia e le manovre. E' utilizzando i « trucchi » del sistema che il generale ha conquistnlo il potere. Si è mostrato astuto e scaltro <1uanto i parlamentari pili proveni pur impressionandoli con le sur pose alla Richelieu e alla Jcannc d'Arc. li suo primo governo non hn che degli ostaggi (Pflimlin, Mollet, Pinay) e dei fedeli inoffensivi (Bedré, Malraux, Couve de Murville). Egli vuole dei sen,ilori e dei porlapenne, non desidera degli uguali. La clirficoltì1 del rnomcnlo, per il successo della sua impresa, sta nel fatto che egli non dispone né cli un gru1>po, né cli un partito, né cli un ap- 1>arato. Mentre nel 1944 la Francia poH1ica e sociale si presentava come un deserto dove la situazione Uuicla permelleva di ricostruire un nuovo 367

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