Volontà - anno XI - n.5 - maggio 1958
Ma occorre rappn:scutar~i jl mon– do, nou disunito qual_c ?ggi appa· re, ma come se eost1tu1sse uu a– zi<·nda, sicchè si possano pil, faciL mente identificare i difetti della sua amminjstrazione. In Domani può essere il caos di W~lliarm Vogt, si af{erma: <( \Voo– drow Wilson capì prima d'altri che noi viviamo in 1111 mondo politica– mente foscindibile. Un altro polili• ('O, Wcnd(•II Willkie, rese popolare quel conceuo spiegandolo al cosid– dello uomo della strada. Tuttavia, pochi dirigenti si resero conto che questa inscindibilità era anche una inscimlibilitìt di ambiente. Le tem– peste di sabbia dell'Australia hanno effetti inevitabili sulle popolazioni d'America, non foss'altro perchè, pregiudicata la concorrenza am!lra. liana, fanno salire alle stelle i prezzi della carne di montone, con grande soddisfazione degli allevatori ameri– cani, i <piali per altro non tengono conto della miseria che ne deriva per le popolazioni della Grecia e del Salvador )). Quando i sostenitori del cosmopo• litismo si difendono dai loro avver– sari respingendo l'accusa che il co– smopolitismo sia un'utopia, cioè un'idea inattuabile, ignorano pur– troppo che l'unità del mondo è nata col mondo e che perciò non si tralla di rralizarla rna soltanto di scoprire l'he essa è vecchia quanto il mondo. E ciò vale anehe per il socialismo propriamente detto: poi,·hè tulio è sociale. Chi volesse fare un bilancio, se non altro economico (perchè non meno importante sarebbe un bilan. cio morale) di questa azienda che è il mondo, non avrebbe proprio hiso- · gno di arrivar<' in fondo per consta- 270 1ar.ne il follimento. E quei,to non perchè la consistenza patrimoniale deJla Terra sarebbe inadeguata ai bi– sogni della popolazione, ma !òiOlo per difcllo di amministrazione. La capacità di popolamento, ossia il totale di popolazione che la Ter– ra può alimentare, si calcola oggi di 8 miliardi, mentre gli abitanti at- tuali superano appena i 2 miliardi e mezzo. Occorre ancora ripetere che la rit~chezza del mondo appar1iènC a tutti in pari ,misura? Cc lo hanno suggerito anche i santi. Sant'Ambro. gio: (( Dio, signore nostro, insomma ha voluto che quesla terra fosse pos– sesso con;iune di tulli gli uomini e somministrasse i suoi pro<lolli a tul· ti ll; San Tommaso: << L'uomo uon · deve aver i beni come propri, bensì come comuni, in modo che li comu- nichi nelle altrui necessità >>: sen- lenze la cui razionalità dovrebbe pla– care quei· padroni i quali s'illudono che le loro ricchezze, nei regimi al. tuali, senza pace, siano la felicitì1. Della azienda mondiale ogni cit– tadino deve Jcgillimamentc cousidc– rarsi un azionista e, con lo stesso in– tf~resse dei soci di una pic('ola socie– tì1, chiedere conto di questa .. (( sua» azienda. La irrazionale distribuzione demo- grafica mondiale, che va da poche Lulltù a 600 abitanti per chilometro quadrato, è un fattore di passività che incide sull' economia generale non meno acutamente delle impo. ste che paghiamo per mantenere i disoccupati. ~fa CJ.uest~sono fenomeni tra i pil, cv1den11 po1chè ben altri e pili "ra– vi disordini amministrativi si aggiun– gono al conto delle passività. In che modo inCatti viene ammini– strato il ,·apitale-lavo'ro, il quale f'
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