Volontà - anno XI - n.5 - maggio 1958
Ora, certi anarchici, seulcndo par– lare di autorità e subordinazione, arricciano il naso, confondendo l'an. 1oritù con l'abuso di autorità, e con– siderandola una soprastrutlura che, se vroprio non è u.na calamita, co– me da alcuni è imperdonabilrnente giudicala, nulla in ogni caso avreb– be a che fare con l'utilitil e la gìu– stizia; con che non si distingue tra dispotismo e autorità, cou1.e avvie– ne con l' Mea di arbitrio e liber– tinaggio, suesso intesi quali sinoui. mi di libertà. :Ma se l'autorità è al servizio del bene, dettata dalla legge della necessità e dell"utilìtì1 (di cui !"uomo è un semplice strumento) ed è vista più come dovere e onere, che come potere, essa viene a depurarsi di quel caratlere spiacevole che tut– tavia sempre conticuc, limitandosi quindi a una fon:1.ione coattiva solo nei e-asi eslremi, a tenore della re• gola 1(Con l'amore se possibile, <-on la forza se necessario >). Si può eccepire che se eiò è lolle– rnbile in tcoria 1 è poi nella pra1i1·a d1e nascono le degenerazioni e gli abusi. Ma allora bisogna \'edere in quale regime l'autorità può essere una funzione acceltabile e quindi venire riabilitata dalla pessima fama che l'accompagna. L'autorità leude all'abuso dove è possibile usurpare privilegi, sopra!• tulio economici, come avviene nei regimi capitalis1ici, in cui l'arricchi– mento individuale senza limiti, e quindi lo sfruttamento e la sopraf– fa:1.ionc, sono legali, anche perchè favoriti dalla moneta, i·he per la sua volatilitì,, per la sua facilità di r;ir. colazione cou1c bene estremo, con– sente alla ricchezza una gcaude mo– biliti, di 1rasferimenti, leciti e ille– citi; e non giammai in una soc.ielà nella quale la ricche:1.:1.a- rappre- scntata dalla natura e dal lavoro - è per legge uguale per tutti, e dove i privilegi del cittadino sono le sue doti morali e intellettuali, a servi– zio della collettività. Non c'è effetto senza causa, e nel– la comunità dell'avvenire, ('Ome è slato detto a giustificazione della mancanza di mezzi coercitivi nel go. dimento dei heni, il presupposto della fine dei privilegi poggia ap– punto sulla mancanza della ccw~ci. Che la società dell'avvenire possa sorgere nella forma di cittù coope– rative foderate, a base agricolo-indu– striale e quin.di nella forma di cit– tà-giardino, 11011 è soltanto prevedi. bile tla quanto è stato accennato, ma anche tenendo presente che dalla ci– vilt.:1 nomade, ossia dalla (·iviltà al– lo slato ..... brado, sino alla civil– tà conlcmporanea, caratterizzala ila una continua fondazione di eittù, ~-– stato tulio un processo di organiu:a– zìone e di semplificazione, processo che con le molteplici crisi che lra. vagliano l'attuale societ,'t, sembra oggi voler accelerare i tempi. Di quali allri principi e conside– razioni, e di quali mezzi si varrù l'evoluzione in questo processo? La collaborazione fa la forza, e gli uo– mini cercano la collaborazione non foss' altro che per essere forti. La collaborazione è scmplifi<·a:1.ione. è economia, e gli uomini a11umu rf'– conomia perchè sono animali 111ili- 1ari. Lu collaborazione(" aiwhc ami. dzia e !"amicizia è pace. Si usa spes..m ricordare un para. dmso della nostra età, che (' quel lo della miseria in mezzo all' abbon– danza, e che l'irrazionalità degli uo– mini, pili che l'inazione, è causa di c:alastrofìche dilapidazioni della rif'– d1ez:1.11. 269
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