Volontà - anno XI - n.5 - maggio 1958

digiuno per della gente che sa che cosa è la fame, provoca uno choc in ogni coscienza. Noi diciamo: « Il lavoro è un diritto per tutti e non Togliamo mangiare che grazia al no- 8lro lavoro. Non altrimenti. Invece ci rifiutano il lavoro. La povera gen. te comprende molto bene questo di– •corso ed i I problema incom.incia a formentare nella loro testa. Con dieci giorni di digiuno noi pensia– mo di guadagnare dieci anni in un villaggio. Parlare loro della non-vio– lenza non servirebbe. mentre che vederci digiunare li obbliga a inter. rogarsi 1 >1. Ed egli mette in guardia contro un pregiudizio che vi è verso la gen– te del Sud. Si dice (( è di sangue caldo )> e perciò uccide. Non è vero; essa uccide molte volte perchè schia– va di un costume, perchè vuol con- 1inuare a vivere nella sua comunità. Ecco un esem.pio. Una ragazza era fidanzata con un giovane ricco, con il quale aveva avuto rapporti inti– mi. Sotto fa pressione della famiglia del giovane che non voleva quel ma. trimouio, la ragazza fu abbandonata. Ben presto nel villaggio prima uno, poi due, poi tre, poi tutti incomin– ciarono a dire alla ragazza: uccidi per salvare il tuo onore. Ed il padre finì per mettere un revolver nelle mani della figlia. E la ragazza ucci– se per non essere ripudiata dal pa– dre e dalla comunità. Ma non era una criminale. L'impressione che egli ha fatto ovunque è passato è stata enorme. Si sono sentiti disorientati coloro che avrebbero voluto rinchiudere 1 Da un'iiuervista di Danilo Dolci a L'Express, Parigi, 27 febbraio 1958. Danilo Dolci in un partito o in una chiesa. Invece è impoS$ibile appic– cicargli un'etichetta e la sua azione si svolge fuori degli schemi abitua_ li, fuori della politica ed anzi scom– bussola molte volte i piani dei go– vernanti e dei politici, ed il suo me– todo cli lavoro getta ombre e dubbi e condanne su quelli impiegati ifino– ra da coloro che hanno nelle mani il potere e la ricchezza. Egli obbliga tulli coloro che hanno un poco di sensibilità ad interrogarsi, tosì co– me fanno i poveri contadini che da vicino assistono ai suoi digiuni. Di fronte a Danilo Dolci nessuno più ha la coscienza tranquilla. Non è un illuminato, non è un santo, è un uomo che ama profonda– mente il suo prossimo e che è arrL ,,ato a quella bella armonia tra pen– siero cd azione così feconda e co– struttiva, Ed è sen,plice ed umile. Da qual– che cenno fatto attorno al suo viag– gio attraverso l'Europa, ha lasciato capire che è audato in cerca di con. sigli e di aiuti e di tutto ciò che po– teva arricchirlo. Quanto contrasta il suo atteggiamento con quello di un eminente uomo di Stato italiano, che, in visita in un paese del Nord, dove non c'è nè disoccupazione, nè aaalfabetismo, nè una percentuale di mortalità infantile dell8,9 per cento come, in Sicilia, invitato a dire il suo giudizio sulle tante ope– re sociali che aveva visto, rispose: E' rutto molto bello, ma in Italia, in teoria, siamo più avanti noi. E non rifiuta, come fecero a Pa– rigi certe personalità che hanno re– sponsabilità direttive nel nostro pae– se, l'aiuto dei competenti e tecnici stranieri rua anzi, proprio uno de. gli scopi del suo viaggio è stato quel• 255

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