Volontà - anno XI - n.5 - maggio 1958

hanno un posto ben determinato lo indigeno sfruttato in condizioni prossime alla schiavitù, I'« uomo di colore » segregato da certi impieghi e situazioni, l'operaio privilegiato, jJ proletario parassita, il piccolo imprt>nditore tiranneggiato dai t(lnO· noµoli,l, gli intermediari sempre pi1'.1 rmmerosi, i funzionari dello Stato direttamente o indirettamente coinvolti negli « af{ari », le turbe di politicanti, giuristi, scienziati, agen. ti di pubhlicitit, tecnici del diverli– mcnlo e delle « comunicazioni » di massa; e, al vertice, il piccolo llume– ro dei veri potenti. l1a. al tempo .1cs1-o, t·ostoro dipendono tutli gli uni dagli altri, al dilà delle frontie– re nazionali e delle categorie ufficia. li deJlu e( divisione del lavoro Jl, La lolla di cJusse è molto più accanita di una volta, ma anche molto pili con– rusa. Ci sono classi e frazioni cli classi che, pur essendo oppresse, si oppongono ferocemente alr emanci– pazione di certe altre; c·è una massa di gente che sostiene pa:isivarnente lo s1ato di cose attuale per il pro– fitto indirctlo che ne ricna: buro– c.:rati srntali e non statali, intclle11ua. li {' profossionisti corrotti o semicor• roll i, domestici grandi e picc.."olidei potcnli. Nessun partito può tliven– tarc II partito di massa )> se non si adalla a questa « base >1 fangosa. I socialisti non possono più ignorare <luesto ingranaggio complesso, con. tinuando a esigere (a parole a spese t.lei capitalisti, ma in rcaltit sul bi– lancio dello Stato) o: pane e cinema- 1ografo ~)per i salariati delle Iabfni– ,·he. Che cosa rimane? Pochi individui dispcrei, e piccoli gnqlpi isolati, capaci, al 1empo -,tesso, di un pessimismo risoluto 242 quanto all'avvenire immediato e di non disperare dcli'« eterna buona causa » dell'uomo. .Marx e Engels hanno scritto~ e i signori Thorez e Togliatti lo vanno ripetendo con unzione, che il socia• lismo s'identifica con l'umauisrno. Quanto a mc, Lcmo che i padri del socialismo scientifico l)Cnsassero so. pratutto alla filològia e alla filosofia d1e .fiorivano così prospere, al loro, tempo, nelle Universilà tedesche, e i èui lumi, insieme a quelli della 11 Scienza >J in generale, avrebbero dovuto aiutare i proletari a prender coscienza della loro missione .stori• ca: l'erudizione più la dialettica .... Ma l'importanza deJl'umanismo, nella nostra civiltà non è (•onsistita prineipalmcntc nella 1<rinascita delle lettere e 1Jelle arti", nè in qtwllt" ((U– manità" di cui' i gesuiti han mostra– to come potessero anche, e molto be– ne, essere utilizzate ad asservire gli spiriti. li graudc impulso dato dalla reviviscenza dello spirito greco si manifestò - attraverso sconfitte ed eclissi, ma anche con un « progres– so )> irresistibile - nel fiorire di una ~ocievolezza che era « libera » so– prattutto nel senso che gli uomini sceglievano liberamente i loro (( si– mili\) al dilit delle barriere di ca– sta, di nazionalità, di confessione re– ligiosa. E iu questa socievolezza. rapporti di autentica politetsse, O$;;ia basati sull'eguaglianza e Ja reciproca fìducia, sostituivano i rcrinH111ios; e :.ospettosi artifici del « rispetto ge– rarchico ». Oggi, il moltiplicarsi di gruµpi di' amici partecipi dcl1e medei;ime an. "ie e uniti dal rispetto per i medesi•– mi valori avrebbe J)iù importau:la di qualsiasi macchina di propagan~ t..la.Tali gruppi non avrebbero biso-

RkJQdWJsaXNoZXIy