Volontà - anno XI - n.5 - maggio 1958

la preoccupazione che anima la Re– pubblica (il cui tema, non dimenti– chiamolo, è la <( giustizia ») è come si possa preservare la civiltà elle– nica dai funesti effclti della volontà di polenza, della sete di guadagni, della troppa ricchezza e della troppa povertà. Ma prospeuive ancor più vaste e minacciose assillavano la mente di Platone: sotto i suoi oc– chi, la polis si disgregava; i costumi, le istituzioni politiche, la vita spi– rituale non si acco;davano più che a grau pena; gl'interessi particolari si opponevano al bene comune; l'alta cultura filosofica perdeva i I contatto c·on le creclenze popolari. In un pas– !'O della famosa VIl Lettera., Phùone poteva scrivere: « La legi.slazione e i costumi erano a tal punto corrotti 1·he io, che dapprima ero stato pieno d"ardore e di desiderio di lavorare al bene pubblico, riflettendo sulla situazione e vedendo come lutto au. Jnva alla deriva, finii col rimanere <'urne stordito ... Alla fine, compresi t·hc gli attuali Stati sono lutti mal IJOVcrnati, e che il male di cui soffro– no le loro leggi non si può guarire senz·1 i I soccorso di circostanze fortu– nate, ora imprevedibili >>,Nelrauesa di tem.pi migliori - o peggiori - l'élite della società greca e la qui'n– lessenza della sua-civiltà avrebbero dovuto çonservare in piccole « citti,– modello >> d'ispirazione filosofica, così come, pili tardi, si <"onserverà nei conventi il culto, e lo studio, delle antit:he leLterc. ... L'esem1lio cli .Platone suggeri- 1,ce ('he ci sono momcn1i, nf'lla sto• ria, in cui è ragionevole e lungimi– rante abbandonate ogui speranza di risultati immedia1i e massicci. Q uanto agli altri rappresentanti della tradizione eocialista, già prima di toccar con mano le realtà della politica come CanceJliere d'In– ghilterra, Thomas More aveva in ben poca stima i governanti deJ suo tempo, sollo la cui egida egli aveva visto ridurre i contadini alla condi– zione <li bestie perseguitate, nelle enclosures. La sua Isola d'Utopia era un giardino dove le (acoltì, dell'uo– mo pacifico e socievole non avrebbe. ro subito alcuna costrizione da parte di autorità costituite. E la t< Città del Sole >>apparve a Campanella dopo che il fallimento catasLrofico del çomplotto di Calabria e la prigione lo ebbero allontanato dalla politica attiva. Le società giuste e felici immagi– nate da More e da CampaneJla eran basate sull'ideale di un governo al– l'antica, pili o meno stilizzato, Men– tre, nel Medio Evo, le vampate di comunismo messianico di Fra Dolci– no e dei Fratelli Morayi avevano per modello le città libere e i <<. can– toni >, di contadini affrancati su cui poco pesava l'autorità lontana del re o dell'i1nperatore. Giovanni di Ley. den o gli estremisti del puritanesimo anglo-scozzese eran mossi da arche• tipi tratti dal Vecchio Testamento. ~eJ Seicento e nel Settecento - co– me già sotto le monar<"hie clleuisti. che - i riformatori speravano che un (< despota illuminato>> avrebbe fondato o protetto delle comunità ideali. Gli anabattisti e i quaccl1eri non si curarono mai di questioni is1i- 1uzionali. In tutti questi casi. i m,ez. zi si possono discutere, ma il fine è sempre una « società n piì1 umana, E il rag12:iungimento di un tal iine {' concepito possibile solo fuori delle ifllituzioni esistenli. 239

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