Volontà - anno XI - n.4 - aprile 1958

verso degli individui, uomini o ,!onne, ma anche sulla ,,ita sociale che si sia ricO• stn1cndo fo1icosamente in Italia. La gioia di una conferenza di Benedetto Croce (do• po i discorsi ,•uoti cd altisonanti del fa. scismo), le prime organizzazioni femmi– nili; l'es1ensione del voto anche alla don– na che cancella 1111adisuguaglianza poli– tica, e la sua parità giuridica e politica riconosciutale dalla Costilu:tionc; i nuovi rapporti familiari che implicano un nuo– vo conccuo educativo che lascerà più li– bertà alla madre cd ai figli; tuuo ciò che è fenne1110 di pensiero, motivi di inquie– tudini, avvio di problemi che si pongono 1ier la prima volta alla coscienza di molti irnlia11i e che 1eslimonia110 che in Italia si ricomincia a vivere dopo I' avvilente mortificazione del ventennio fascista ed i terribili anni di guerra durante i quali ·il pensiero predominanlc era quello di so– pravvivere. l11 questo nuovo mondo la ilonna nori è più oggetto ma !Oggetlo della conumità in c«i vive. Ed affronta problemi che sono dei veri tabù: il valore della ,•erginità, la divenia valutazione dell'adulterio m:ischile e di quello femminile, il ma1rimonio civile che consacra l'inferiorità morale della donna e l'immorali1à di esso per il fatto che an• cora da noi costituisce un vincolo indis– solubile; la necessità di un saggio control– lo delle nascite affinchè la procreazione sia cosciente e responsabile: il progetto della sen11trice Merlin per l'abolizione del– le (( case chiuse» (presentato il 6 agosto 1946 e approvato solo recentemente) che trova contro di sè gli egoismi degli uo– mini, gli interessi fin:mziari, lo Stato che sfnnta una categoria così disgraziata di donne; quello tanto umano dell'on. Bian– chi sui figli di nessuno che pur trova alla Camera accaniti oppositori proprio tra i D.C. (non voglio privare i lettori del bel commento che A. G. fa a questo propo• sito: Ci siano p«rc nel mondo donne U· miliaM e sfruttale, bambini !Cnza sorriso, senza cure e senza avvenire, purcl1è !iano salvi il bene!serc degW eletti, il loro O!Se ereditario, la idilliaca pace del focolare non turbato da rimorsi non inquinato da 218 ifltnMi. E' ancora e sempre lo !pirito schiavistico, lo spirito di discriminazione razziale; quello che dalla Capanna dello r.io Tom è arrivato ai forni di Bmlienwald). E tanti altri problemi che <la secoli ri– stagnano nel peggiore dei conformismi, nelle ipocrisie della morale e della reli– gione, nel costume, e che molto spesso ri– cevono da un codice il crisma della lega• lità. Questo libro, quindi, è una buona batta– glia contro la tradizione idioia, contro i pregiudizi, la morale conformista e la le– gislazione schiavistica. Può essere di gran– de aiuto a donne ed uomini per prendere cascienza dei loro do,•eri e dei loro cli• ritti, per diventare cioè dei cittadini. Fa del bene a tutti: anche a coloro che non con· dividono certe idee e atteggiamenti rlella scrittrice. Non tutti, per esempio, concorderanno nell'affermazione che la donna abbia ot.• tenuto prestigio e sostesno dal voto. Se il voto avesse questo potere, non dovreb– bero esservi più uomini così poco evolu– ti, dato che essi esercitano il diritto del voto da mezzo secolo. E neppure tutti ·condivideranno lo grandi speranze che A. G, ha nell'immissione della donna nella vita politica, speranze che le fanno quasi intravvedere possibile che le donne possa– no ora opporsi alla guerra. Non è certo un voto che darà ad esse questo coraggio, quando non hanno mostrato di averlo co• me mamme, sorelle, spose di coloro che partivano per uccidere o far,;i uccidere. Cosi, troppa fiducia essa ha nelle donne ·« onorevoli », nelle istituzioni, nelle atti• 'vità governative, mentre si sa che gli elet• ti del 1•01,olo e i governanti soffocano, in 'generale, le aspirazioni e le spinte crea• tive del popolo, dal quale chiedono sem– pre ubbidienza. Ed una ben amara espe– ·nenza racconta A.G.: quaudo la radio da– gli. americani passò alla « sovranità » del nostro governo, e si vide min:ieciata e li– mitala la sua libertà di parola, perchè non piaceva in alto a che ci si richiamasse a quegli imp«lsi della coscienza dell'au• togoverno, cl1e sono «n pericolo per ogni mentalità confessionale... nessun giornale

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