Volontà - anno XI - n.4 - aprile 1958
compiendo, con la responsabilità dei vari gabinetti Dc Gasperi. Quando oggi dobbianw assistere allo sconcio di antichi gerarchi che pontificano in Parlamento e insultano la Resistenza, quando vediamo la capitale in• vasa dai baschi verdi dell'Azione Cattolica, mentre ai partigiani si vieta ogni segno di riconoscimento, per il loro convegno a Roma, ebbene, dob– biamo concludere che le grandi speranze di un nuovo assetto della società italiana, che erano ben vive il 25 aprile e nei pochi anni che seguirono, sono state sostituite da una quasi disperata sorveglianza, di tutte le ore, di tutti i minuti, per [ar rispettare le norme della democrazia e quelle costituzionali, Non voglio dire che questa vigilanza non sia servita e non serva a nulla, anzi. Solo è triste che si debba sostare sulla difensiva, an• zichè par1irc all'attacco della vecchia stmttura paternalistica, come sem– brava possibile, nell'aprile '45. Vengo al diritto di voto, che le donne ottennero in quello stesso anno. E insisto nel dire che 1( esse ottennero prestigio e sosteg.ao dal voto ,, (mentre lei lo contcsla) se anche hanno votato male e probabilmente, an. cora iJCl' qualche competizione elettorale, continueranno a votare male. Ma, non votano male anche gli uomini, del resto? Se le donne sono più sensibili alle raccomandazioni del parroco e del confessore, gli uomini lo sono all'opporlunismo di carriera, alla paura di perdere l'appoggio dei potenti, di dispia<.:erc al capufficio. Solo che non si poteva neppure iniziare una vita democratica da cni le donne, il 53% dei cittadini, fosseto escluse. Sopporterebbe Lei una società che non facesse votare i negri e gli ebrei? Dunque le donne votano cd è problema di educazione quello di in– durle a votare bene ecl io credo che oggi anche quelle << bestie da soma ,) e « conigUe l> di cui io parlavo e - che lei dice - « baciano la mano del padrone che le sfrutta >> sono Wl pò meno bestie da soma e un pò meno coniglie di quanto non fossero dicci anni fa, Le tabacchine di Puglia, le raccoglitrici di Olive di Calabria, hanno condotto lotte sindacali corag– giosissime, per ottenere maggiori salari e provvidenze assistenziali e sono per.fino salite alla tribuna nei congressi, avvolte nello scialle nero, per raccontare lo stato in cui vivevano e lavoravano e per chiedere l'aiuto delle altre donne. Io stessa le ho sentite e parlavano meglio di certe de– putate, Dunque, bisogna dar tem,po al tempo. Veniamo all'opera delle donne in Parlamento. Certo, poteva essere migliore e più attiva, ma non si può dire che non si sia ottenuto nulla attraverso di loro. Sono state chiuse le case di tolleranza regolamentate (un Callo grosso, in un paese come l'ltalia) le donne sono state ammesse nelle giurie popolari e nei tribunali per i minorenni, si sta rivedendo il codice in molti articoli ingiusti che le riguardano, si ottengono per la lavora– trice-madre sempre nuove provvidenze, si lot1a contro i licenziamenti e le sperequazioni di salario. Che io non abbia affatto « fiducia nelle is1ituzioni e nelle attività go• vernative » lo mostra la mia posizione di scrillrice sempre a1l'opposizio. ne, sempre fortemente critica e ogni volta schierata con quelli che si ri. 164
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