Volontà - anno XI - n.4 - aprile 1958
Ci sono poi i simboli (Calce e mar– tello, croce uncinata, fascio litto– rio), i saluti (fascista, comunista, il V di Churchill), le divise (camicie nere, brune, rosse, beretto frigio ecc.). C'è tutta una liturgia politica che ha sostituito quella religiosa. Non mancano le luci, fiamme e fiac. cole nella notte (la magia del fuo– co), i cortei (processioni profane), i canli (l'a Marsigliese, l'Internazio– nale, il Deutchlarul iiber alles). La musica è l' itupalpabile, ma indi– spensabile, stupefacente per il deli– rio della folla, per l'estasi collettiva. Per moltissimi, difatti, la politica è una specie di sfogo, di evasione dal triste quotidiano. La massa può proiettare cosi il suo desiderio di avventure e di eroismo su un uomo di Stato o un capo-partito, com'è abituata a fare coi campioni sporti– vi. Alla base d'ogni propaganda (dal latino ecclesiastico de propa• ganda fide) c'è infine, la stessa psi– cologia delle religioni, un messia– nismo di liberazione e di salvezza, tutta nna mitologia eroica, guerriera e rivoluzionaria (i colli fatali di Ro– ma, la razza germanica, il paradiso comunista). Studiando la propagan– da politica se ne possono ricavare regole e costanti. Eccone alcune tra le più universalmente osservate. Linguaggio di massa Hitler metteva insieme intellet– tuali, borghesi e operai. << Io mesco. lo il popolo diceva - e gli parlo considerandolo come una massa ». <( Ogni propaganda deve stabilire il suo livello dalla capacità di com– prensione dell'ultimo di quelli a cui si rivolge. Quanto più grande sarà la massa degli uomini, tanto più bas– sa sarà il livello intellettuale deJla propaganda ». Ripetizione Napoleone diceva che <( la ripeti– zione è la sola figura retorica cffì. cace ». E Hitler: (( La propaganda deve limitarsi a poche idee e ripe• terle instancabilmente. La massa non si ricorderà delle idee più semplici, se non sono ripetute centinaia di volte». Anche il vecchio Catone terminava invariabilmente i suoi di– scorsi in Senato col ritornello: Dc– fenda Carthago. Si prenda l'Unità di questi anni e si vedrà, di volta in volta, la quo- 1idiana insistenza su certi temi, pri– ma il piano Marshall, 1)0i la CED, poi la VEO, l'intesa coi cattolici, la d istcnsione .... Durante la 2° guerra mondiale n dott. Goebhels scriveva ogni settima– na nel Dar Reicl1 l'editoriale sul quale si orchestrava la propaganda dei quo1idiani e della radio ledesra, dei giornali del fronte e di tutta la stampa dei paesi occupati. /.,a ltlc11zogria (e Quanto più enorme è una cosa - diceva Hitler - tanto l}iù facil– mente è creduta. La gente pensa: Nessuno farebbe simili affermazioni, se non ne fosse sicuro l>, Le smentite si sa che non servono a nulla, perchè (( la menzogna più sfacciata lascia sempre delle trac– ce>>. Oltre la censura (un quarto delle 50.000 direttive di Goebbcls alla stampa erano ordini di « far silen– zio ))) gli stati totalitari adoperano le false notizie, deformano un fatto realmente accaduto o inventano di sana pianta fatti inesistenti. Nei pae– si democratici la tecnica delle noti– zie folse è il condizionale (avrebbe 207
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