Volontà - anno XI - n.4 - aprile 1958

Dio rappreseuta il conforto e l'aiu– to morale nei momenti di dispera– zione; Dio rende acccuabile l'ima– gine della morte che fa paura agli uomini i quali si rifiutano di crede– re che il ciclo di una vita umana sia completo con il suo nascere, ripro– dursi e m,orirc, così come è di tutti gli esseri viventi. Dio per i credenti è tutto questo insiem,e cd altro anco– ra a seconda delle disposizioni di spirito e dei bisogni dell'individuo. Gli uomini si sono sentiti sem1)re deho4i ed impotenti di fronte ai misteri cd alle forze della natura. Spontaneamente sono stati portali ad adorare il sole, il fiume, gli al– beri, a fare ad essi sacrifici nella spe– ranza di propiziarseli. Quando do– vevano affrontare imprese difficili, come la guerra, cercavano di fare di tutto per avere dalla loro parte gli dei (almeno cosi speravano). E la storia è piena di sacrificii cruen– ti e non cruenti ad entità astratte. Oggi. si sorride di quelle creden– ze primitive e non ci si accorge che nel secolo XX, il secolo della scien– za che ha già spiegato tanti misteri e ahri è prossimo a spiegare, si ri– pete un'infinità di riti magici poco dissimili da quelli dei tempi remoti. Anche oggi se una guerra scoppia, si benedicono gli eserciti nell'inten. lo di propiziarsi la vittoria, sen– za accorgersi dell'antitesi che vi è Ira quell'invocazione di aiuto a Dio in un'impresa il cui scopo è di mas– sacrare uomini e distruggere paesi e città, ed il comandamento divino del e< non uccidere ». Ancora, oggi, si rimuovono le statue dei santi per portarle in processione per implo– rare dal cielo la pioggia o il sole; oppure si accendono candele davan– ti all'imagine di qualche santo con 194 la speranza di ottenere la guarigio. ne per sè o per qualcuno della fa. miglia, per ricevere un aiuto in qualche affare privalo che non ha niente di spirituale ma è di inte– ressi ben concreti; ancora oggi ve– diamo gente muoversi da lontano per andare a visitare templi famosi o i vari padri Pio o qualche donna o ragazza isterica che d'improvviso di– venta una «miracolata>> (ed in quest'anno di centenario di Lour– des Iolle superstiziose ed allucinate correranno in pellegrinaggio a quel santuario). E c'è chi accende una candela a S. Antonio per ritrovare un oggetto perduto, c'è chi trac buo. ni auspici dalla pronta liquefazione del sangue di S. Gennaro, e c'è chi crede con una novena di propiziar– si le grazie di un santo. In tutti que– sti riti l'atteggiamento dello spirito umano è quello dei popoli 1>rimiti– vi: è una speranza, un'attesa di aiu– to, nella nostra vita privata o col– lettiva, da un'entità astratta alla quale si ricorre con pili prontezza e con più frequenza quando si è nel bisogno o ne-I dolore. Le divinità pagane sono state sosli– tuitt! dai santi della religione cattoli– ca e di essi ve ne sono tan1i da sodi– sfare i gusti, le prelcrenze dei ere. denti, sì che ognuno può scegliersi u~1 suo ((protettore)> (E nei quartieri delle cittì1 ci sono i ((patroni» e non è raro il caso di considerare squal~fìca– to dagli abitanti di un quartiere il patrono del quartiere limitrofo. E ci sono patroni più quotati di altri per cui in occasione delle feste rionali si possono raccogliere, come per S. Vincenzo a Napoli che. è uno dei santi più stimati, dicci milioni, men– tre per S. Gennaro, sopratutto se ha tardato a Care il miracolo, non se ne raccolgono che sei o sette). Tutto

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