Volontà - anno XI - n.4 - aprile 1958

ro com1>0rlamenlo. facendo vh•ere i bambini. fin dalla loro ,,ii, ~iova. ne età, in un ambienlc dove l"auio: ri1à non esiste~ se ue (aranuo degli uomini ehe saranno capaci di vive– re in una società senza autorità, cioè in 11110 socic1à anarchica. Seb1111ticnFaure i;i mise, dunque, 11 11:i ricerca di Condi ed avendoli Lro. vati. eonwcrò tma 1,i4•cola propric– ti1 nella foresta di Rambouillcl, non molto lontano da Parigi. in mcz:r.o alla umpagna e la batt<"ZZÒ • La lhwhf' ,. f'd aeeof,e i bumbini du• i ~enitori volevano affidargli. /,a Uurlie fu una scuola anarehica, in IU11A l'arrczione del termine; una i-<·110111 nnarrhica dove non si inse– g-1111, n l':mnrchismo così ('OIIIC s'in– segnu il pseudo-marxismo in <·<•rtc ~<•11olf' 4•omuni~te 1 ma un11 fll'uoln in cui era bandito ogni autori1i1 1 tanto sotto la forma cli 1nmizioni quanto 1otto quella dei premi e do\'e, inve– ce di riempire il cervello dei bam– bini con un mucchio di cO'lC ingom– branti, !li cerca,·a di eviluppare in e"!li lo spirito d'osservazione. il sen– so nitieo (' il gusto del libero esame. Mn l'esperienza (u ben ,,resto in– terrotta, pcTt"hè arrivò il 1914 e con ('880 l11 prima guerre mondiale. fu ,wl corso di qur-11tl\~11crrn che a f'haAticn Faure si pr.-~f'nlò il ra– so di (.'Oscienza certamente pili ter– ribile della sua vila, uno dei piÌl ,i;riwi che debba affrontare la CO• 8t'ienz.a d"un uomo. Al principio del– la guerra egli avcn fondalo un gior. naif", seltimanale, intitolato Ce <1u'il /aut dire (Ciò che bisogna dire). Queslo giornale pare che fosse la let1nrn preforita cli Lenin in Svizze– ra, se è vero ciò che disse Cuilhcaux, ed incontrò immcdin1amcn1e un 188 grande favore, specialmente tra i soldati al fronte. Cosi. molli solda1i scri,,evaoo al giornale per esprimer– gli le loro paure. le loro lamentele e le loro speranl.e. Ma ceco che un giorno, se i miei ri<·ordi sono esatti, f)Oco prima della ribellione milita– re del 19"17, il miniAlro degli Inter– ni Malvy, convocò Schasticn Faure ucl suo uHìcio. Scbasticn vi audò e Malvy gli mostrò un muc(•hio di let– tere indirizzate a Cc </t,'ll /aut dire, scritte da soldati e d,e erano state in1ercc1tate dalla poli.tia, Queste let– tere erano redatte in termini tali da portare gli autori da\ nnti al Comi– glio di guerra. Malvy ,,ropo'I(' a S<'baAticu Faure il seguente mcrento: sr voi ,~onti– nuate a pubblicare Ce qu'il /aut di• re, tulti quesli sol<la1i sarnnno giu– dicati dal Consii:r;lio di guerra e pos– sono essere condannati a morte, op– pure voi cessate di 1mbblieare il vo– stro giornale ed io di'ltruirgo tutte le lettere immedi,uamente davanti a voi. Era veramente un C '8.SO di coscien– za molto ~rave: ris<'hiarc di far uc– cidere decine di Moldn1i <"he aveva– no avuto fiducia in lui, oppure ces– sare di dire quello che egli credeva vero e doveroso dire in un momento di crisi, per il bene di tutti gli uo– mini. Sebastien Faure, dopo un mo– mento di doloroim f"flilazionc. optò per allontanare il pericolo pii1 im– mediato, rinunciò a pubblicare il giornale e Malvy bruciò immedia– tamente le letlcre. Ciò non ebbe t·ons<'gtil'nze per Faure, ma ne ebbe per il ministro che qualche anno piì1 tardi dovette andare in esilio, Infatti, quando alla fine della guer– ra, Clemenceau diventato onnipoten-

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