Volontà - anno XI - n.2-3 - febbraio-marzo 1958
,ingoia attività ad una classe piuttO• l!lloche a un'altra è stato quella della 1i1. componente domfoante », al fine Ji non rendere inut..ihnente macchi– nosa la classificazione. Esperienza e @ensibilità dell'educatore, del socio. logo e dell'assistente sociale dovrau. no quindi costantemente presiedere al suo uso. ]n precedenza era emersa dalla discussione e dalresame dei dati of– forti da alcuni partecipanti l'oppor– llmiti1 di distinguere in ogni singola a11ivitì1 del tempo libero l'aspetto a11ivo da quello passivo, in opposi– zione alla tendenza diffusa, e riscou– trnbile pure in molte inchieste sul tempo libero di pretese scientifiche a clnssifìcurc le attiviti\ stesse come tornlrnente attive e totalmente passi. ve. L'esempio pili noto è quello dc– ~li speuacoli cinematografici e tele– visivi, definiti per solito attività in– teramente passive, mentre ricerche dirette specificamente a questo lato del problema hanno posto in luce (e si lratta del re.sto di un'esperien– za comune per gli educalori popola– ri) come le reazioni critiche e i pro. cessi di mediazione culturale sinuo assai meno rari di qunnto general– mente si suppone, pure negli indi– vidui di modesta preparazion,c, e spesso si ritrovino nello stesso indi– viduo accanto a un altcggiamento prevalentemente « consumatorio ». Tale distinzione aprì. la via ull'ela– bornzioue di uno schema iutcrprc– lativo delle a11ività del tempo libero dal quale risultasse chiara la circo. laritì1 e l'interdipendenzn degli at– teggiamenti attivo e passivo, che tut• tavia si ritenne bene sostituire con i termini (e produttivo )> e « consu– nrntorio », al fine di meglio aderire 124 concettualmente a <111autoav\•iene nella situazione reale. Codesto sche– ma, che riteniamo debba rice,•ere particolare attenzione dagli educato– ri popolari e dalle assistenti sociali, non potè essere messo a punto in tempo per In fine del convegno, ma verrà incluso successivamente nella relazione in corso di stesura da par. te dell'Istituto. Si può riassumerlo in questi termini: ln ogni attività ciel tempo libero v'è un soggetto (l'in– dividuo) il quale si pone in relazio– ne con uu oggetto (il fine della sua attività: p. es. l'istruzione) valeudosi di un medium (il mezzo con cui ten– ta di perseguire il fine: p. e. un li– bro o un corso serale, nel caso che il fine sia l'islruzione). Se la rela– zione procede essenzialmen1c dal soggetto verso l'oggetto, il primo è detto trovarsi in atteggiamento pro– duuiuo; se viceversa la relazione pro– cede dall' oggeuo verso il soggetto, sempre tramite il medimn o i media, il soggetto è detto 1rovarsi in atteg– giamento consumatorio. I due atteg– giamenti, come s'è detto, non si e– scludono a vicenda, ma sono in ge• nere comprcscnli, poichè accanto al flusso produttivo o cli trasmiMione dnl soggeuo all'oggetto, ne coesiste sempre uno cousumatorio, di rice. zione dell'oggelto da parte del sog– gello; il che è vero anche per gli individui pili autodiretti, e per le attiviti\ apparentemente pili « pro– duttive », come può essere ad esem• pio la piuura o Jo scrivere racconti. Anche qui si tratta di individuare l'atteggiamento dominante, che può essere ovviamente diverso da indivi– duo n individuo pur se i due si de– dicano ad un'attivitì, che comporta oggetti e media identici.
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