Volontà - anno XI - n.1 - gennaio 1958
ta in avanti, tesa a 1>ii1liberi ordi– namenti sociali. Mentre il socialismo autoritario sernpre più assimilato dalla prassi parlamentare andava perdendo il mordente rivoluziona– rio, la critica e l'azione corrosiva a– gli istituti borghesi Iu portala avanti da eroiche minoranze anarchiche e dal fonomeno sindacalista che nei paesi latini dilagarono s1rappando la iniziativa politica ai dirigenti rifor– misti. Rivoluzione e riformismo: <1uestodilemma in cui s'era scisso il grande impulso umanista sotto l'im– perio di una realtà storica che non era riuscito a dominare, venne an– cor piìi diviso da apposte correnti sentimentali. I riformisti infatti era– no sentimentalmente legati alla Ger• mania in cui v'era il piì1 forte parti– to e dov'era in allo il più serio espe. rimento riformista i i rivoluzionari guardavano invece alln Francia co– me nlla patria della rivoluzione in cui ancora non s'era spenta I' eco della Comune di Parigi i là un vasto {ermento libertario aveva dato vita ad organizzazioni autonome del pro– letariato e ad un'accesa lotta anti– militarista. Ma fu in l1alia ch'esplo• se l'ultimo boato. JI clima politico italiano era saturo c:l'elettriciti, ed alle aggressive minoranze rivoluzio– narie facevan riscontro i 1>rimi sus– sulti del nazionalismo. Queste oppo. ste correnti d'azione e di pensiero che agitavano a quei tempi le piaz– ze d'Italia, avevano in comune il principio volontaristico ed il culto della violenza. Questa inconscia af. finità tra forze opposte dava luogo al senso catastrofico della storia e costituiva il pathos di quel dinami– smo destinato a sconvolgere In super• ficiale lranquillità dell'epoca. Ma se guardiamo bene addentro a questo senso catastro:fico delle opposte mi– norauze volitive, ci accorgiamo che l'aCfìnità era soltantto apparente. Mentre infatti la catastroCe-guer– ra invocata dai nazionalisti era un loro dato essenziale, in quanto cosi.i. tuiva per essi un invito a nozze e la glorificavano come lo stato ideale della vita umana, la cntastroCe-ri• voluzione non era il dato essenziale del movimento rivoluzionario da cui non era glorificata corue stato idea. le clell'uomo ma come un doloroso, inevitabile passaggio. Il dato esscn• ziale di questo movimento, come ab– biamo già visto, era l'impulso uma– nista ed unificatore, l'unità sociale degli uoruini verso la quale tendeva con l'abbattimento di tutte le Oan– diere create dall'egoismo economi– co e dall'illusione di potenza. Il sen– so catastrofico era la Conna stori'ea in cui s'esprimeva, i.spirata dalla convinzione che le odiale barriere potevano essere rovesciate soltanto da un terribile sconvolgimento. Ta– le convinzione era fut.tnche ripetuta nelle strofe tanto popolari delle can– zonette sovversive: (( Urlan la Came, l'odio e il dolo. re - da mille e mille facce ischele– trite - Urla col suo schianto reden– tore - la dinamite » Ed uno schian. to redentore snrebbe stato il crollo della società capitalista. Durante In guerra libica intrapre– sa dal giovane imperialismo italiano, l'atteggiamento rivoluzionario si di– stingue,•n dal generico anticolonia– lismo piccolo-borghese e rifonnisra, che taceva leva sul pietismo e sul conservatorismo fisico della vita. Ben fliversnmente si opponevano i rivo– luzionari: essi si presentavano nelle caserme, sparavano sui generali, pro– vocavano ammutinamenti di so]dati, 23
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