Volontà - anno X - n.12 - 1 novembre 1957

masse, dimostrando, a parer loro, che i deputati sanno, all'occorrenza, !are dell'azione diretta, senza che vi sia bisogno di lare appello alla piaz. za. L'ostruzionismo finì in un modo ridicolo, cioC con l'accontentarsi del gruppo parlamentare socialista di un compromesso: la concessione al go– verno di una delega di poteri per la applicazione temporanea dei nuovi carichi fiscali. 11 paese era in fermento. Era nel– l'aria una ripresa dello sciopero for. rovinrio. Veniva richiamata sotto le armi una classe, per rinforzare le forze di repressione. Quando, allo improvviso, scoppiò, ai primi di a– gosto, la guerra europea. I riformisti espulsi al Congresso di Reggio Emilia si dichiararono per l'intervento del!' Italia contro gli imperi centrali. I socialisti ufficiali si dichiararono per In neutralità, mn durante le manifestazioni interven• tiste clell'aprile e del maggio 1915 non seppero e non vollero organiz. zare il fronte interno antiguerresco. '.Mentregl'intcrventisti agitavano il mi10 della guerra rivoluzionaria e s{ruua,•ano a sugges1ione del « Be). gio martire·» e della Francia « del- 1'89 » in pericolo, i socialisti non seppero reagire con una propagan• da rivoluzionaria, foscinosa di ge– ncrosilìt e di ardimento. Nel maggio 1915 In direzione del partito sociali. sta 1mbblicavn un manifesto in cui dichiara\'a <li (( separare la propria res1,ousabilità da <1uella delle classi dirigenti » e <1ualsiasi colJaborazio– ne nell' opera guerresca. l\1entre L'Auanti! asst1nse un atteggiamento abbastanza reciso, In Critica Socilllc faceva del ncutraUsmo alfa Giolit• ti, in un primo tempo, e poi, con Turatj, proclamava che sarebbe « i. 702 diota e nefando » indebolire il pae. se di fronte al nemico. Lazzari, segretario politico, era per la non partecipnzioue socialista alle opere di assistenza ci\'ile, ma la sua formula non aderire alla guerra e non sabotare la guerra era l'espressione dell'equivoco nel qua– le si dibatteva il partito. Le ammi– nistrazioni municipali socialiste non dimissionarono e, al tempo di Ca– poretto, lnncinrono manilesti per la resistenza. Il grido di Turati alla Camera: Sul monte Grappa è la pu.tria! fu ripetuto da quei manifo– s1i. Al Congresso di Roma (1917) {u rimandata la questione dcli' atte~• giamento del gruppo parlamentare di fronte alla guerra, ma al succes– sivo Congresso (Roma 1918) il grup· po parlamentare fu giudicalo. La sezione di Torino e quella di Rou111 proposero lo scioglimento del grup• po e l'espulsione di Turati dal par– tito. Fu anche proposta la eensur,t contro i sindaci socialisti cli Milano e di Bologna. Mentre Bombacci, Lazzari e Vcl– Ja erano in carcere per « dislalli– smo », Turati aveva accellalo di for parte di una commisaione mini.stc– riale del dopo-guerra. 1I Congresso concluse per una di– sappro\•azionc del gruppo parla– mentare, che, dopo aver n1,inaccia• to le dimissioni, si rassegnò. L'estrc. mismo aveva trionfato, ma ancora una \ 1 olta il 1>arlamentarismo avcn dimostrato di essere grande parte della l'ila del partito socialista. Al Congresso del 1919 (Bologna) il partito socialista dimostrò di es– sere imprigionato dalla Ialsa via imboccala fin dal 1892. Bordiga, per la frazione comunista astensionista, cioè antielezionista, sostenne che la

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