Volontà - anno X - n.12 - 1 novembre 1957

Bissola1i al quale destinava il porla– foglio dell'agricoltura, industria e commercio. Bissola1i saliva le scale del Quirinale e veniva ricevuto dal re, L'emozione nel campo socialista fu grande. Dissolati senti che il suo paMo era prematuro, e rifiutò. i\fa il gruppo parlamentare socialista 1ostcune il gabinetto Gioli11i. L'occupazione della Tripolitania e Cirenaica trovò il partito socialista disorientato e diviso. Lo sciopero generale fallì. Alcuni deputati socialisti si dichiararono favorevoli ali' impresa coloniale e quasi tutti i dirigenti del partito si dimostrarono piì1 preoccupati dì nou parere dei sabotatori. Al Congresso di Modena (ottobre 1911) fu posta la <1uestione dell'appoggio al minj. stero e della partecipazione sociali– sta al governo. I « rivoluziouari >> si opposero recisamente. Gl'« integra– listi » ammisero l' appoggio al mi– nistero « in via eccezionale )) e re– spinsero la partecipazione socialista al governo. I riformisti di destra, Bissolati alla testa, sostennero l'ap– poggio al ministero per assicurare il suffragio universale; quelli di sini– stra, con un ordine del giorno Trc– ves.Turati, respinsero il libicismo e la partecipazione al governo, ma proclamarono urgente e di massima importanza la questione del suffra– gio universale. Di co~eguenza, non respinsero recisamente I' appoggio del gnq)po parlamentare socialista al governo Giolitti, ma si limitarono ad esprimere l'opinione che tale ap– poggio non dovesse essere dato siste– maticamente. Era, in quell'avverbio, uua porta aperta al ministerialismo. Modiglia– ni propose la soppressione dell'av. 700 vei-bio, ma i proponenti non cedette– ro. Di fronte a tale atteggiamento dei riformisti di destra, il congresso reagì. Ed ebbero la maggioranza i « rivoluzionari». I riformisti vollero il ballottaggio, i rivoluzionari ab– bandonarono a congresso; i riformi– sti di destra e una metà degli inte– gralisti aderirono all'ordine del gior. no clei riformisti di sinistra. Di fron– te alla guerra, al governo che l'ave– va voluta, il partito socialista non poteva opporre alcuna resistenza. Il riformismo l'aveva fiaccato, i dissi– di lo disorientavano sempre più. Il governo polè tenere chiusa la C:nne– ra senza che il partit~ socialista pro. muovesse un 'agitazione, Quando si trattò di convertire in legge il decre– to di sovranità sulla Libia, Errico Ferri votò I' annessione, e mentre nell'appello nominale il gruppo par– lamentare socialista votò contro, in quello neJI' urna parecchi deputati socialisti votarono a favore. L'oppo– sizione socialista alla Camera fu qua– si nulla di fronte alle proposte di spesa per la guerra e all'istituzione del ministero delle colonie. Il gruppo parlamentare si divise: da unn parte i riformisti di sinistra, dall'altra quelli di destra, miuiste. riali per far passare il monopolio delle assicurazioni e il suffragio uni– versale. Von. Podrecca potè fare aperta propaganda colonialista e Cabriui e Bonomì si recarono al Quirinale a felicitare il re di essere sfuggito all'attentato del D'Alba (14 marzo del 1912). In quella occasio– ne, una rivista socialista (il Sempre Avanti!) uscì con un numero intera. mente costituito di recriminazioni, di quasi tutti gli esponenti del par• tito aocialista, contro l'attentato.

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