Volontà - anno X - n.11 - 30 settembre 1957
VI Q uesta paura diffusa, che tanto ha contribuito in questo secolo, ad an– uullarè o a compromettere gravemente le più preziose conquiste delle rivoluzioni liberali del secolo scorso e che, oggi, minaccia di trascinarci all'abbìsso, è essenzialmente paura della pace, cioè dell'uomo. È stata chia– mata anche paura della. libertà; ed è lo stesso, giacchè tanto l'uomo, <1ua11- to la iiloria che la sua volontà crea trovano nella libertà la propria defini– zione. Non è affatto una novità, ma non è male ripeterlo: noi facciamo nostra l'affermazione di Croce che la storia è storia della libertà. Però nel nostro linguaggio, questa libertà non è solo, come Croce l'intendeva, la libertà poli1ico-giuridica dei vecchi liberali. Il socialismo le ha dato il va. lorc compleLo e concreto di liberazione dell'uouio dal ricatlo delle neces– sità economiche, dal giogo del salario. E questo concetto socialista penetra nella vecchia ideologia liberale afferrata alla <( libera impresa )) (strumen– to di dominio in mano d'una classe minoritaria) e trasforma quest'ultima nella libera iniziativa economica di lavoratori e consnmatori a!!sociati. Iuol– tre, gli incredibili progressi della scienza applicata all'industria ed all'agri– coltura, che nrrivano fino alla trasformazione <lei lavoratori manuali iu tecnici e, in un futuro 11011 Lroµpo lontano, all'automazione, ci fanno in. travedere la pos.s~.bilità della µiì1 preziosa e finora irraggiungibile delle li– be1·1àumane: il tempo libero. Di tutte le iibcrtì1 dell'uomo, quesla, cronologicamente ultima, ma che sta per arrivare molto prima di quanto il più utopista del sognatori potesse immaginare, è certo la pili temuta. Direi eh(' noi stessi non oiamo esenti da preoccupazioni per i pericoli del periodo di transizione: il prin– cipale, l'ozio con la sua sequela di spirito d'avventura senza oggetto pre– ciso, avidità di sensazioni nuove, alcoolismo; stupefocenti. etc. Forse su questo terreno dell'occupazion<: del H~UljlO libero, si combat– terà - in superficie o solo in profondità - In lotta suprema e decisiva del nostro periodo storico. Non bisogna dimenticare che uno dei principali stru– menti di cootrollo sulle masse, organizzato dal governo fascista italiano nl di fuori dei sindacati, era appunto il Dopolnvoro. Per le forze conservatrici (in qualche modo bisogneri'1 pur chiamarle, anche se non vogliono conversare altro che il' loro rnoheplice dominio sugli uomini) il pericolo consiste sopratutto nel fatto slct-rn della diminuzione delle ore di. lavoro, che ci si sforzerà di ritardare il più possibile, mante– nendo artificialmente la scarsità o ammucchiando prodotti per la guerra. attraverso le nostre ore di riposo e divertimento. Un tempo si ricorreva a queste mi~ure •fino ad ~rrivare alla rlistmzioue delle merci, per manten1;re od aumentare il liv~!lo dei prezzi; ma giù nel– l'ultima inlergucrra Loli disposizioni furono prese con il confessatissimo scopo di combatt!!re la disoccupazione, <'ioè di evitare che si df)vc-sse arri– vare per forza di cose a una riduzione generale della giornata di lavoro. E evidentemente più difficile esercitare un dorninio su uomini che lia11no tem~ po di riflenere e di prender coscienza della loro qualitì1 umana, cli leggere, 628
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