Volontà - anno X - n.11 - 30 settembre 1957

era socialista, come del resto è socialista Lm:oste, ancora esecutore di quella J)oliLica in Algeria. Un comunicato Ansa del 27 giugno n.s. dice a questo propo~it.o, dando notizia del 49° congresso del 1P.S.F. a Tolosa: « Le pa– role delle Federazioni hanno denWlciato un aumento della minoranza osti– le a Lacostc e (avnrevole a diverse forme di soluziouc politica del proble– ma nigerino. Però Mollet ha solidamente in puguo l"apparato amministra– tivo del partito e ciò lo protegge da sgradevoli sorprese ». I burocrati dei partiti costituiscono ormai, come la burocrazia statttlt~ con cui, consapevolmente o no, aspirano a identifificarsi attraverso il si– stema totalitario del partilo unico, una classe n sè, che. difende le sue aw– bi:.doni cd i .suoi inler~ssi, cd è quindi conservatrice, per lo meno all'in– terno del partito s1esso. Un Cenomcno analogo si produce nei sindacati. V E qui non credo sia male ripetere quel che si è detto piii volte a propo- sito dcli'<< imperialismo >1, concetto in crisi, i cni contorni si stanno ra– pidamente annebbiando, per quau10 nell'America latina ciò avvenga con ritmo ritardato (Si 1mò anzi dire che il concetto slcs:-o sia tornato in parte attuale. come altre realtà anacronistiche dacchC Ei~enhower è presidenle degli Stati Uniù). Se prescindiamo da questi piccoli ritorni, effimeri t- circostanziali, pos– siamo dire che l'imperialismo, dopo aver perso il suo carattere classico d'espansione nazionale per mezzo della conquista, che apparteneva alla sua forma antica e medioe\'ale ed al colonialismo dell'età moderna, non ha neppur conservalo i H1oi recenti caratteri economici, che Lenin consi– derava inerenti all'ultima fase del capitaliHno. Esso non consiste pili, in. falli, nella lotta d'un capitalismo nazionale con l'appoggio del suo gover– no, per la conquista dei mercati esteri. Ora il "ero conf1itto ha luogo tra forze inlernaziouali che si disputano il dominio sugli uomini internazionalmente considerati. Le basi geografiche d'operazioni (Mosca, New York, Londra, Pechino ...) di c1ueste forze, tra cui il gioco degli antagonismi e deJle alleanze è completamente cireoslan• ziale, 11011 hanno piii un valore nazionale. Anche nella guerra fredda a cui assistiamo, come nella guerra mondiale, esistono (:ie,:onclo l'acuta analisi di Wialdo Frank a proposito di quest'ultima) un {:Onflitto superficiale tra paesi separati da fron1iere verticali ed un conOitto profondo in cui la !'=<'· parazione ira i comba11enti è orizzontale: ~opra troviamo chi comanda <'– ~otto coloro che vogliono cessar d'ubbidire, sopra, chi sfmtta e, sotto, chi vuol liberarsi dallo sfruttamento. Le {orze che agiscono al di sopra cli que~to piano separatore non sono piìi forze nazionali; da molto tempo han cessato d'esserlo. Gli esempi ei ammuccl1iano in folla e senza sforzo nelJa memoria, giac– chè si tratta di storia recenle: l'asse Roma-Berliuo-T1,kio, l'appoggio dato a quest'asse dei 1:trandimonopoli capi1alisti internazionali {<( meglio Hitlc-r 625

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