Volontà - anno X - n.11 - 30 settembre 1957

A proposito di questo primato del motivo politico, mi sembra parti– colarn!,enle signifìca1ivo, un libro recente e ormai quasi dimcnlicato, di Frit.z Thyssen: « fio sovvenziomito Hitler >l 1 in cui l'autore racconta la pro– pria esperienza d'industriale e organizzatore tli trust.", che, cowe i suoi congeneri tedeschi, italiani, francesi, inglesi, nordamericani, contribuì ,, fin:mziare il totalitarismo nascente credendolo mM garanzia di quell'ordine che assicurerebbe la co11tinuitì1 della produzione ~, naturahneme dei be– nefici, contro il pericolo socialista che minacciava « dal di sotto ». Egli soffrì poi la pila amara delle delusioni quando vide che l'economia te– desca (come, d' altra parte, I' i1aliana e, moho prima, la russa dai ri– spettivi governi) era considerata dal governo 11azis1acome uno strumento della sua s1abilità politica ed orientata quindi con criteri che uu liberista deve per forza considerare antieconomici. Ma in tutto il libro, che, mal– grado il suo interesse documentario, è tutt'altro che acuto, si setue che · ciò che principalmente interessa quest'uomo, che dichiara di voler man– tenere una rigida se1>ara,:ione tra gli affari e la politic.:a, non è la ricchezza in se ste5'sa, ma il potere economico, cioè il 1>otere esercitato per mezzo dcll'ecouomia. L'industria, egli dice, nou vuol solo ottenere benefici, ma anche e soprattutto mantenere la continuità della produzione. « La pro– duzione è più importante che il prezzo » dice testualmente nel suo libro. 1 Ora, <1ual'è il "ero, per quanto inconsape"ole, significato di queste parole? Che è meglio sacrificare il beneficio che perdere parte del do– minio economico sugli operai da una parte ed i consumatori dall'altra. Del resto, per mantenere i prezzi, Thyssen si dichiara favorevole all'organiz. zazionc di consorzi internazionali: « prezzi stahili significano salari sl:l• biJi » dice, dirigendosi agli operai (naturalmente, si dimentica dei consu– matori). Quando ciò non sia possibile, meglio abbattere i prezzi che in– terrompere il lavoro. « Nelle riur:ioni d'industriali ci si pronuncia spesso ed energicamente in favore d'una diminuzione dei prezzi. Naturalmente non perchè gl'industriali cessiuo d'essere egoisti o vogliano vendere a buon mercato i loro proclot-'-i, ma perchè san.uo che i prezzi alti danneg– giano gli affari » (p. 253) (perchè, come aveva detto anteriormente, essi fanno diminuire la produzione e in cambio agli imlnstriali interessa man– tenere le fabbriche in attività). Per questo scrittore «l'affare » ha importanza in sè, indipendentemenli: dalle vicende J)olitiche; ma egli non avverte che, separandolo dal cc bene. fìcio », cioè dal vantaggio strettamente edonistico e personale, senza attri– buirgli d'altra parte nessun significalo socialmente moralistico, viene ~ dargli uno speciale valore politico. Questo libro è un sintomo caratteristico del periodo di transizione che in una confercn:ca d'un ciclo organizzato dalln i:'.A.U. (Feder. Auorquistn Uruguaya) a Montevideo, R. Cilnrcloni ha studiato il fenomeno, facendo rilevare che, pur smemendo le pnn•isioni cli Marx, esso lascia i11,·11ria10 il 11roble11111 cen1rale, che è c1ucllo delh libertà. 1 Yo pagué a 1-lirler, ediz. nrgeutina, Buenos Aires, ·19-15, J>ag. 253. 621

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