Volontà - anno X - n.10 - 30 luglio 1957

cole fiabe fotte di poche parole e molti disegni. Cerco di render viventi nella fantasia dei bambini le figure di cui In lavagna ,,n popolandosi. Invito i bambini a disegnare sui loro quaderni; nessuno mi ubbidisce, dicono che non sanno. Solo un ripetente si azzarda n tracciare qualche linea. Devo insegnare Ira quali dita si deve tenere la matita e in quale mano. Ma hanno paura, non vogliono sporcare il quaderno nuovo di cui vanno fieri. Dopo molto ottengo che segnino dei puntini sugli incroci delle righe. È già tm primo passo per esercitare In mano e l'occhio. Una settimana è passata. I progressi sono scarsi: io ho imparato i no– mi degli ahumi e loro hanno imparato i nomi degli oggetti dell'aula e i verbi pili comuni. In quanto al disegno e alla scrittura siamo ancora lon– tani dal priucjpio. li « disegno spontaneo » non è sponlnneo affatto, i bambini sino ad ora non banno dimostrato 11lcuudesiderio di « esprimersi per immagini)>. Hanno orrore della matita e non vogliono usarla. Si divertono però a vedermi disegnare alla lavagna. :Mi si affollano intorno e mi ordinano: - L'automobile! li carro! li postale! L'aeroplano! Ho successo. Uno di loro esclama: - Bene! Così io ci 11101110 sopra e i c11rabinicri non mi prendono più Vengono a scuola punlualrneule ma non tulli volentieri: la strada, la campagna, i giochi, le ricerche nei mondezzai, le conversazioni dei grandi sono piì1 diverlcnli che lo stare rinchiusi per tante ore con una quantità di veti e di costrizioni, TuttaVia essi sanno di dover ,·cnire e vengono; devono imparare a scrivere e a leggere e la mamma, quando tornano n cas11,lo– manda: - Oggi che cosa avete fotto? Avele cominciato le aste? iFamrni ,•edere il quaderno! Quando vede i disegni che la maestra ha permesso, u Yoluto, sgrida suo figlio e non crede che una brava maestra possu d11vvero permellerc tali scarabocchi. L'indomani a scuola il bambino è irremovibile e piange 1,crchè non vuole disegnare. t giusto costringerlo? Vuole fnre le aste, focci11 le aste: anche questo è un metodo per arrivare alla scrillura e forse non è del tutto inutile nuche come disciplina mentale. Ma soprattutto è un buon metodo per evitnre contrasti tra l'autorità materna e l'autoriti1 della scuola. Potrei ritirare i quaderni e tenerli in classe. Certo, è una buona ide!l. Lo farò! Ma le prime volte è un dramma: - I:: mio il quaderno! E' mio, lo voglio! Parlavo dell'angelo custode. Ci ved·e, ci è fempre presente, nscoltu i nostri discorsi, vede anche nf'i nostri più riposti pensieri, riferisce a .Dio della uo!llra condotta ... Era forse inevitabile che qualcuno dei bambini lo paragonasse alle spie e ai carabinieri. Giovanni pensò forse a <1uelli che accompagnarouo suo padre in car– cere. Esplose: - Non lo voglio, non lo voglio! Se ne ,•ada! Stupidamente implacabile rispondo: 605

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