Volontà - anno X - n.10 - 30 luglio 1957

agire come fermento anti-apparato. Illusione d'un attimo, naturalmente. Nulla da fare, dominando la scena coi loro apparati dietro le quinte il partito-di-Saragat ed il partito-di-Nenni. Questa è la mia conclusione. Alla domanda che diventa talora ango– sciosa v'è una sola risposta possibile: e vale per me sia rispetto ai proble– mi sociali in genere che rispetto al problema degli appnrn1i. Pore con me st.esso, come sempre, dovunque mi trovo, senza programmi a-priori, aper– to a tutto, associandomi lungo la via, caso per caso, con i prossimi che in– contrerò, promouemlo con loro il m(lssimo di associa:ioni ctperte e tem– portmee, aderendo a quanto mi sarà possibile di associazioni aperte e tem– pornnee, senza mai coltivare l'illusione d'aver io scoperto mm panacea per i mali personali e sociali. Conclusione valida s'intende, per nlC': prima di tutto per la lolla con– tro gli apparati politici e religiosi (dal di fuori), ma anche contro gli ap• parati del lavoro e dell'educazione (dal di dentro) e gli altri tutti di cui è avvelenata la nostra vita sociale, e nella quale il « contro >>si rea.lizza come un « per », cioè mediante tentatii.:i positiui di costruzioni-,woue uon solo attraverso la critica delle costruzioni vecchie. Ci lro,,iamo a vivere stretti nella morsa di una r:ondizione nemica che ci prende da ogni parte in ogni momento. Resistervi è come resistere ad una massa gelatinosa che ci circondi senza lasciare nessuno spiraglio. Nou v'è speranza alcuna di romperla frontalmente, con urto-di-masse: Je masse sono anch 1 esse gelatinose, si foncl'ouo col nemico nell' ntto stesso del c~rnbattcrlo. La sola via efficace è quella delle infiltrazioni mini. mc, localizzate, indipendenti 1\ma dall'altra ma ugualmente orientate, seppur ciascuna a modo suo. Senza mirare a sucessi misurabili con numeri, anzi rifiutando deliberatamente il piano di verifica delle maggioranze e mi– noranze, certi che nel tempo In vittoria sari1 nostra, cioè 11è poi 11è altri s1urbi110 con iuizia1i"e personali il flusso ordinato dell'agire-secondo-gli-ordini. E l'ef– Jicienza di tale operare C alta, dicono con fierezu. E' certamente aha, sul piano meccanico. Tutto si muove senza auriti, secondo i piani. Ma di fauo è bassissima sul piano umano. Basta pensare che dopo un tempo sufficiente a1•paiono come risuh:iti dell'azione fotti ben <lil'ersi di quelli prospellati (ma– gari in buona fede) negli specehieni dei piani origi1111li: i capi corrotti cl111l'eserci:iio di un sì inumano po1ere si son sepRrati deCìuiti\'111nC'11tc dalle moltitudini dei loro di- 11enden1i, vi,•ono ormai una specie di vita-ahra seppure ancora ripetono sempre più s1aneame111c i suoni dei primilivi a11pclli; i funzionari anch'essi avvelenati dal comau– d11re si creano illusioni d'essere divenuti migliori•llegli-ahri, si cos1imiscono in po– tere almeno 1>01enr.ialmenteaulonomo che aggiunge la sua cntena al giogo dei cnpi SO· pra i dipendenti; infine, somma dì tutto, la mol1i111dinedelle persone che erano 1>ar– ti1e con ,·olomà di liber1à, ricche di speranze e di volontli, si ritro,•auo alla fine immi– serite in una generale passività che 1inralizza ogni nuova ,•era ricerca d'avvenire, con• tro se &tesse si ritro,•ano divenu1e conservatrici. I mezzi hanno li divorato il fine». Alla partenza si pone\'a nei par1iti, esplicita od impliei1a, la volontà di liberazione dei molti dal potere dei pochi. Lungo la stra1fo si C realizzato sohanto, al meglio, la creazione d'un nuo,·o po1ere-di-pochi. Le mohi111diui son rimaste soggeue, ed hanno perduto anche lo sloocio inizialmente vivo almeno in 556

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