Volontà - anno X - n.10 - 30 luglio 1957

Ma si può [are <1ualcosa almeno riunendosi anarchici in gruppo? Da anni io cerco di spingere di aiutare entro il movimento italiano una rina. scita di giudizio personale, di volontà effettive di lavoro associato in luo• go della stanca adorazione di formule ideologiche. E non c'è proprio nulla di confortante nei risultati. Essi mi hanno portato a concludere che ciò che si chiama movimento anarchico è ormai soltanto una soppravvivenza. C'è per ora ben poco da Carenel suo interno, per chi voglia « fare ». Allora, con chi? Si ha associazione (la ripelizione gio,·a) quando un certo gruppo (e non altro) di certe 1>crsone (e 11011 ahre) d.::cidono di fare i11sier.1eun certo qualcosa (e nou ahro), a,•endo in mente ciascuna una sua ragione per cosi compor1arsi. E' <111indiuna unione del tullo casuale e temporanea, che ha la sua r:ulict ed il suo sviluppo interame111e nelle pel'ilone che si associano, in tutte loro. ln\'ece l'organiuazione - che è rilenuta da mohi in sostanu un JJ1tr1icolare tipo di associazione, o l'associazione 1>orlala nd una certa ilimensione - prcsu11pone neces– sari:unc111e uno schema preesisten1e alla decisione delle 11crsone che vi aderiscono: uno schema generale 11re11ara10 ahrove in qualche modo da qualcuno, entro il quale le per– sone che si aggregano accet1nno a priori di subordinal"$i agli orien1amenti alle indi• cuioni agli ordini decisi e comunicali dal quid che presiede alla atti,,iti't dell'orga– nizzazione. Che queste dis1,osizioni-dei-superiori siano carismatizza1e aura,·erso le cosidette de– cisioni della maggiorn11za non modifica nulla: in una vera associazione, infatti, è ov• vio che le decisioni son di regola comuni, cioè unnuimi - e che non v'è alcun mo– tivo di ritenere convalida111e per mc, anche. se mi ri1ro\'O solo nella mia OJ)Ìnione, una approvazione di J>Seudo-11ropostc-superiori che sono in renhà degli ordini, realizzata coi melodi ben noti delle assemblee di partito e simili attraverso la fabbricazione di una maggiornnza. Se bnstasse ad aver ragione esser~ in più, il mondo camminerebbe all'indie1ro. li mondo cnmmina invece ad opera di coloro che in ogni contingenza sou aperli alla persuasione ma esigono di essere 11ersuasi, rifiutano di nceenare 11assivn• mente da altri le norme della loro condona. li co111ras10J)Otenziale dell'associazione con l'istituzione si mostra con ciò, ed an– cor 11iù netto e 11rofondo, ira associazione cd organizzazione. Naturalmente anche in (IUCslidiscorsi c'è troppa assolutezza. Accade che ogni associmiione definisca i 1>ro11rimodi di esistere e di procedere, coslituisca per i suoi membri certi compor1amcn1i: un nulla sep3ra questn posizione da quella della isti1t1ziom1liuarsi ed organizxanii clell'3ssociazione. Oastn che ci si di– meutichi del carattere 1empor.1neo ed aperto e precario dell'associazione, che si dh•enti troppo cer1i. un attimo della ,,aJidi1à di ciò che si fn anche rispetto ad nitri, ed il pl'lsso è Cauo senza che ci se ne accorga, l'associazione è morta. lclem se l'orgnniz1m1:ione ol– trepassa un certo limite che non è razi,male, che ,•a serllilo dai membri come 1,ropria resistenza e renzione ad ogni tcn1a1ivo di investire alcune Jlel"$Onedel 1•otere perma• nenie di decidere 1•er tutti: se si. ohrc11assa quel limite, l'nssoci11zioue si asfissi11. Vi son tullnvia mille situazioni reali in cui si giunge vicino nl limile e poi si tomn in– dietro a tem110. C'è quindi 1111crreno comune pe1 l'associnzione e l'istituzione e l'or– ganizzazione. Ma in sede concettuale si tr11tta di lalli assolutamente dl\'ersi. Come l'esempio matrimonio-famiglia chiarisce l'idea per il dualismo an1agonis1ico a.ssoeiazione-is1i1uzione, cosi ad es. il dualismo banda-esercito puntualizza l'analogo no• 1agonismo tra associazione ed organizzazione, Tuni abbiamo ben presemi, dopo la Re• sincnza, i caratteri di una banda di volonlari, generalmente piccola, animata e corrosa 554

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