Volontà - anno X - n.9 - 30 giugno 1957
nel 1empo. si può risalire a Godwiu, cioè alla fine del secolo XVIlI per trovare enunciati gli stessi pericoli. Infatti Godwin diceva che tulio quello che è collettivo è una «finzione» che fn comodo a chi ha sete di potere ed am– moniva: uJ.,a permanenza delle istitu::.ioni, qualwtquc e"e siano, le rende in– a,1x1ci di ,wuirà., cm:::.i gt1rcm::.ia e sorgente di male. [i11a i,wofo::.ione cancella tutti gli sCOJ>i buoni. Nel pnrlito (allora associazione politica) c'è chi comau. da e chi ubbidis<'e, pochi che pensano e molti che seguono, nel Partito cia– ~cuno sente di riuscire meglio quanto piìi annulla se stesso, identificando le .sue idee con <1uclle dei suoi vicini, i quali alla loro volta compiono verso di lui la stessa operazione. Ju tale iuunrnna associazione, più avanza in autorità (cioè piìa è ubbi– dito e seguilo) nou il saggio l'onesto il laborioso ma il furbo, l'intemperante il pil, abile nel darsi ogni momento l'atteggiamento e la "estc che piìi con– viene per catturare l"animo di chi gli. sia vicino. Arringhe gonfie cli vento, Jcclamazioui sonore, lavoro di col·ricloio, propaganda la piii deteriore, dibattiti nlfiuc rumorosi iu sale affollate tra gente che attende di capire che cos,a deve volere. E adattamenti, e comprome;;si, e l'abito mentale del «parecchio», gli eserciti manovrati nelle strade tortuose che conducono nl Governo. Ogni azione di quella 'lpccie, è nella natura stessa dell'nzionc di Go. verno, ne costruisce e ne ripete gli errori ed i mali e l'errore e male radi– calr di co<1tituirsi in se stessa il suo fine, e per quel fine intruppare i suoi aderenti, agglutinandoli iu uua o piii « masse » cui è unico cemento la comune sottomissione al gmppo o ai gruppi dei capi. Solo per una grande menzogna si pensa umana ma non lo è 1 ». Ci -,iamo riportati a clue teorici anarchici, non per osse<1uio anche noi alle iclee dei M:1e31ri, ma per dimostrare che i mali dei meccanismi dei parti– ti o delle organiz~azioni erano previsti ancor prima del loro nascere, per cui ai può dedurne ('be essi non sono un male dei nostri tempi mn mala1tie congenite dei partiti e delle org11uizzazioni. Mn i pnrliti, ed i sindacati 1.nodcrni, dice Silone, non possono far a meno di uu apparato e sono necessari sopratutto in vista della lotta per la conquista del poLere. Ma, è proprio necessario che il parlito socialista ·arrivi al potere? Non è stato su(ficicntemcnte dimostrato che è impossibile inslaurnrc il sociali– smo attra"erso un governo di socialisli? Ascoltiamo Lcon Blum, che del potere ave,•a !atto un'esperienza negativa, che cosa egli diceva in proposito: « :\Tonho mai creduto che l'uso del potere o la partecipazione al potert: sia una situazione necesaaria o uormale per un partito socialista. ]o credo <'he. anche se le circostanze Crcqucutcmente ci forzano a prendere il po– lcrc, ciò re!lta ancora l'eccezione, nou la regola 2 ». 1 Pcmicri di Coclwi,1, riassunti rin Cesare Zacc.irii., in « Fctlern~ionc di 11erso11c», l'olomù, A. IV, 11. 12, 15 giugno 1950. 2 Modem Review, New York, IV-V-1918 numero dcdica10 al 1,roblema t:S1a10 e So– cÌtlli.smo ». 487
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