Volontà - anno X - n.9 - 30 giugno 1957

di )lazzini, che scrive"a piì1 tardi: « Per me egli non era solamente il ca1>0dello Stato Maggiore, esecu– tore rnpido e diligente delle inteu– zioni del Generale in capo e delle nostre; ern l'utficinle nato per la guerra d 1 insurreiione, dotato di. quella potenza d·iuiziativa che trova, la vittoria dove il nemico, fidando nella scienza trn<lizionnlc, non pre– ,,cdc 11assalto ed al quale io 1>otcvn affacciare i 1>illarditi con.sigli, sicu– ro eh 'ci non li avrebbe respinti uui– camente perchè in apparenza contra– ri alle cosidctte regole dell'arte hcl– Jica ». li progetto òi Mazzini di uscir di sorpresa dalla ciu:t con quasi tutto l1cserci10 ed assalire i borbonici oc• cup:mti Velletri non fu sostenuto che dal Pisacane, che ebbe parte precipua nell'apprestamento tecnico dell'operazione. La sera del 16 1nag– gio diecimila uomini laEciarono Ho– ma comandati da Rosseli. Garibaldi e l'isnc.::ane marciarono su Velletri. L'esercito borbonico si ritirò rapi– damente, e mancò uoa battaglia cam– pale; ma il successo morale [u con:-si– dcrcvolc 1 • li governo Irnnccsc spediva a Ro– ma la missione Lcsseps (15 maggio) per indurre il governo di Roma ad accogliere come amiche le truppe rrnnccsi. Dopo due settimane «li pro– mettenti trattative, delle quali Oudi– not a1>profit1ò per migliorare la po- 1 Quella breve campagnn Jeuc luogo, più iardi, a, critiche ingiusle alle c111,11ci1à milil.iri del Pisacane, delle quali 11011 J)Oìi· sfamo occu1rnrci, nonchC a ,·ere e 11ro11rie dilfomazioni. Bas1crii dire che di c~se ha fotto giuslizia la storiografìa milirnrc, che ha confermlllo :ti Pisacane un grande ,•n• lore nell'arte della guerra. 510 sizione stratcgic:t e rinforzare il cor– po di spedizione, <prnudo di pieno accordo era stato stabilito che le truppe francesi avrebbero seguitato ad occupare il territorio romano al solo scopo di garantirlo dnll'invasio– uc straniera, e astenendosi dall'en• trare in Roma (31 maggio), il gene– rale Ira.nccse comunicava impro, 1 vi– samente al triuuvirato (1 giugno) che 13 convenzione Lesseps C da con. sidcrarsi corue 11011 sti1JuJata e ,;:he l'i1wcstimcnto di Roma è questione di ore. :lfazzini amaramente si rimprove– ra di non aver seguito i con.sigli di Pisacane. Roma resiste per un mese alle agguerrile truppe francesi. Pi– sacane, convinto pili che mai della iudilendibilitù della città, insiste uel suo piano di trasformar la difosa Jcl• la città in ha1taglia campale. Appro– va il piano suggerito da Mazzini di uscire con tulio l'cecrcito cd altaeca• re il nemico luori della citti,. Gari– baldi si oppone e vuole fare una semplice sortita di111ostrativa che fal– lisce. Il 30 giugno grande rapporto, te– nuto da Mazzini, dei generali e capi di corpo. Mazzini prospetta tre alter– native: capitolare, restistere in Ro– ma, uscire da Roma. esercito, gover– no e asscmplca e piombare in Ro– magna alle spalle degli austriaci. Mazzini si dichiara per l'ultima SO· luzione. Pisacane propone di inva– dere il regno di Na1>oli per tentare di scatenarvi la ri,•oluzionc. La m:1g– giora11za dcll'Assemblcn propende per la rcsn. Il comando militare si mette in relazione col cnmpo france~ se, il triunvirato si <limette, Gari– baldi si slancia con tremila uominj nella straordinaria marcia forzata

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