Volontà - anno X - n.9 - 30 giugno 1957

gica, ma serena. I lavoratori si sono di[esi dall'aggressione: hanno ucci– so e dato la loro vita nell'alterna vi– cenda della lotta, Ma per realizzare il loro sogno d'una vita nuova non hanno sparso sangue. L:t violenza è stata di liberazione, non d'imposi– zione. E mentre si formavano i fron– ti e s'organizzava la guerra i' arma principale della retroguardia, clove la lotta assumeva un valore più pro– fondo anche se meno evidente, era il lavoro. Sui campi di battaglia il popolo ha dato prova d'un eroismo sublime, che eleva il conf1itto attua– le a un livello assai 6Upcriore alla lotta per interessi di classe; però ha assi1nih1to con di(ficolti:t e ripugnan– za le norme della tecnica di guerra. Invece, sui campi del lavoro, la prova di capacità e di coscienza da– ta dal proletariato spagnolo è stata completa e definitiva. I lavoratori hanno dimostrato nei campi e nelle fabbriche che il pro– letariato è maggiorenne e non ha bi.sogno di tutori neri o rossi. Si può soffocare quel!' entusiasmo magnifi– co, si possono minare i risnltati di quell'esperienza; ma la dimostrazio– ne è !atta e non si cancella piì1. È: naturale d1e gli sfruttatori del ca1>i1ale e della politica dalle cui mani partouo i fili che muovono, non solo le marionette delln diplo– mazia, nir1 anche. purtroppo, i vapo– ri carichi d'armi e i lrcui carichi di grano, e che, uel teatro stesso della lotta, controllano alcuni dei nodi vi– tali a cui i lavoratori non sono potu– ti arrivare di slancio nel primo mo– mento, guardino con spavento que– sta meravigliosa fioritura di Yita nuova. È naturale che gli inglesi ab– biano consegnata Malaga la rossa. 502 È naturale che Eden, Blum, Stalin più o meno d'accordo con il gover– no di Valenza non desiderino una pronta vittoria antifascista in Spa– gna, e speculino sulla guerra per aver tempo e pretesto di schiacciare la rivoluzione. È naturale che si cer– chi di lasciar massacrare clai fascisti i cornbatteuti libertari del fronte d'Aragona, lasciati quasi senz'armi, giacchè su di essi si bnsa la speran– za che la rivoluzione riprenda dopo la fine della guerra. Le guerre si fauno per servire in– teressi capitnlistici e governativi e non per un ideale. La Spagna mi– naccia d'essere un'eccezione. Biso– gna ricondurla nella rcgoln e tra– sformare l'ideale solido in vin di realizzazione in uno di quei miraggi che in tulle le guerre han fatto mo– rire gli ingenui e i deboli cd ingras– sare i furbi. È fatale che ci sia questa teaden– za. Le leggi storiche non valgono gran che. Ma se cc n'è una che è. stata dimostcata !fino alla sazietà dall'esperienza è questa: che il pri– vilegio non si abbandona spontanea– mente, nè sotto la pressione dell'o– pinione e della logica; lo si difende con tutti i mezzi e con tutti i mezzi i;ii cerca di ricnperarlo una volta perduto. L.1 catena di forze contro• rivoh!ziouarie è lunga e po1cn1e. Abbraccia tutti i governi, domina all'interno cd all'esterno della Spa– gna i partiti cosidetti moderati di sinistra, s'indroclncc fin nei capillari della vita spagnola, pesa sulla to– scicnza incli,,iduale contrapponcnclo in ognuno alla slancio ideale di Don Chisciottc (un Don Chisciotte reali– sta che vuole nndarc fino in Condo),

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