Volontà - anno X - n.9 - 30 giugno 1957

so l' organizzazione burocratica del capitalismo. li fascismo è un secondo passo, in quanto rappresenta uno sforzo di– sperato dn parte del gran capitale per impadronirsi direttamente del– la rete amministrativa e del potere poli1ico dello Stato per sfuggire al– la sentenza di morte <-he contro il capitalismo ha pronunciato la logi– ca delle cose. Da questa presa di possesso all'identificazione la strada può essere lunga, però la tendenza a trasformare lo stato capitalista in un capitalismo statale, burocratico, centralizzato, mi sembra evidente. La classe dirigente \'ltol sussistere e conser\'MC il privilegio, rassegnan– dosi magari n trasformare la forma e i modi del privilegio. Il fascismo le dii il modo di conservare jJ con– trollo della trasformazione. Del resto la tendenza è generale. ] punti più audaci dei moderatissi– mi programmi di fronte popolare tendono appunto ad aumentare la forza dello stato nel campo econo– mico. E questa forza è destinata ad esser messa al servizio delle vecchie o (nel migliore dei casi) nuove ca• Bte dominanti. In fondo, piì1 o meno cosciente– mente, tutli i governi sono dalla stessa parte della barricata; però, com'è :naturale, assai più chiaramen– JC quelli totalitari, che non dipendo– no nemmeno i:n piccola proporzio– ne dal gioco dei partiti. Il {atto che allea112eo rivalità militari li divida– no non deve trarci in inganno, più di quanto non c'ingannassero nel '14 Ja contrapposizione fra la libertà francese e il militarismo prussiano. Queste sono Jc ragioni permanen– ti e profonde di quel complesso di cose che in questo momento ci strin– ge il cuore d'angoscia. Però il lento processo di conver– genza è stato precipitato da una se– rie di circostanze, rra cui principa– lissima la guerra di Spagna. Ora, a quasi un anno di distan– za, le giornate magnifiche del lu– glio 1936 ci appaiono ancora più grandiose nel loro slancio, nel loro disinteresse supremo. Dalla guerra in poi, l'incubo dittatoriale pesa sul– l'Europa, avveJenando le fonti stes– se della vita, isterilendo le più {e. conde ausie di rivolta. Il popolo spagnolo ha dissipato l'incubo, pcr– chè la suo rivoluzione, prima ancora che antifascista è stata antidittato– riale. Ora sappiamo che l'ansia di libertà uon è fosso di raffinati, ma patrimonio di popolo. In mezzo a un'Europa armata fino ai denti, sta– tolatra, reazionaria, al servizio del gran capitale s'è potuta iniziare vit– toriosamente una rivolozione anti– militarista, antistatale, anticapitali– sla. Nel buio pH1cupo sp1wta l'alba della storia nuova. E solo i posteri polrauno capire tutto il signi'fìeato e il valore d'un simile fat10. Noi, con la breve prospettiva d'un anno, ilhuninata sinistramente da tante esperienze dolorose, possiamo misurare la grandenzza feconda del– movimento di luglio dalla quantità e dalla quali1à dei suoi nemici. La rivoluzione è tragicameute !O• la. L'ha Iaua il popolo e dal popolo ha avute tutte le sue caratterisliche: la spo111n11eitì1, la generosità, J'one– st.1 ingenua e sincera, fRtJa non d'i. gnorauza per le meschinità d'un mondo decrepito, dcslinat.o a F!CODl• parire. È stata una rivoln2ione ener- 501

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