Volontà - anno X - n.9 - 30 giugno 1957
poca, rimasero purtroppo e natural. mente lettera morta al ritorno dei Borboni al potere nel 1815. Cosa importava l'esistenza di mia steppa e di una popolazione noma. de e primitiva purchè le casse del Re delle Due Sicilie fossero annual– mente riempite dalla calata di tor– renti animali verso il Tavoliere? In poco tempo le tràcce dell'ara– tro scomparvero di nuovo e nel 1860 la Capitanata era, nonostante il pro– gresso dei tempi, ancora un magro pascolo naturale. E accanto al pa• scolo si erano formate le paluJ.i, frutto fra l'altro del disboscamento delle pendici dei Monti Danni. L'economista molisano Cafantl nella sua cc Relazione al Re » 'del 1793 ~criveva: « Dove prima erano citti:1, giardini, vigne e campi da se• menta, oggi sono deserti dove si rin. vengono sterpi di vigne, olivastri e peri selvatici, residui della civiltà <li antiche popolazioni. Mancata la popolazione per regolare lo scolo delle acque, t fiumi ed i torrenti hanno ovunque impaludato. La pia– nura ha perduto il suo antico decli– vio al mare per le continue deposi– zioni che questi vi banno fatto e che sono continuamente respinte al lido dalle maree raccogliendosi in dune the, non solo rendono ostruite le foci dei fiumi, ma vi hanno !or. mato molte barriere para1lele pili alte della pianura (la causa primn della ~(:Omparsa di molti approdi marillimi con conseguente riduzione dei commerci e della pesca). Quiu,li le acque che scolano dai luoghi su– periori trovando qui un argine, sono obbligate a stagnare e spergersi per le campagne. La bonifica è legata al popolamento de11a regione >>. Qual' è stata l' opera dello stato unilario e sabaudo dopo il 1860? Dal 1860 al 1934, anni in cui si costituisce il Comprensorio di Bo– nifica della Capitanata, il comodo metodo di governo di ignorare il problema del latifondo foggiano per non essere scomodati dalla necessità di trovarvi una soluzione sociahneu. te efficiente è tutto quello che si sa fare. Dopo l'abolizione teorica del feudalesimo nel 1865 e la con. cessione, affatto rivoluzionaria or– mai, della libertà di coltura delle terre restate del resto nelle mani di grandi proprietarii, la sola nota po– sitiva, della quale il potere centrale non ha nessun merito, è la diminu. zione della superficie ed il costituir. si di zone agricole che superano pe– rò raramente lo stadio estensivo. Verso la fine del secolo XIX la sola zona a coltura intensiva è quel. la viticola di San Severo; H resto delle terre coltivate non produce che grano, chè non è il caso di par– lare di una insigi1ificante produzio. ne ol_eari~ nei dintorni di Foggia. A p_och1clulometri dal capoluogo per– siste ancora predominante il Tavo– liere vrimitivo. Unica differenza: nei centri, ai pastori si mescolano ora i « terrazzani », cioè i lavorato– ri salariati dej campi che abitano a Lucerna, a Cerignola, a Foggia, do. vunque, i quartieri più miseri nei quali si nascondono dopo la giorna. tu estenuante del lavoro bracci•an. tile, quando lavoro c'è. Dunque nel )934 si fanno pubblici progetti di messa a coltura, di boni– fica e di progresso civile, salvo pochi mesi dopo accorgersi che, in fondo, la Capitanata con i suoi cafoni non ha bisogno di civiltà, clie è invece fa– scista e cristiano dedicare uu serio sforzo per civilizzare i Galla abis. sin i. Un meridionalista di valore come 497
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