Volontà - anno X - n.8 - 30 maggio 1957

i1uprorogabile esigenza: uscire defi– nitivamente dalJa piccola cerchia della vita indi,•iduale, affrontare i grandi problemi della connivenza SO• c..:iale,studiarli particolarmente in riflesso all'Italia, alla quale urgeva dare il sei1s0 cli quanto, in ogni cam– (>O, e 11011 solamente nell'assetto po– litico essa fosse in arretrato di ·fron– le all'Europa ». ]nteressantissima era, per Pisaca– ne, la vita a Parigi. Ma il prolungar. la richicdevn possibilitit di lavoro, e <1ues10 non lo trovava mentre la mi– seria gli si face,•a sempre pii1 dura. Ed eccolo con l'appoggio del duca di Montcbello, ministro francese della l\lariua, entrare nella « Legione Stra– niera » con il grado di so1totenentc. Cii, in altri lempi, forse nel '46, il Pisacane, per tentare di guarire con la lontananza la sua infelice passione per Enriche1ta, aveva progettato di entrare in quella legione (e ne ave– va chiesto il permesso, che gli tu ne– gato, al suo re). Se necessità di vita lo spinge,•ano e agiva in lui, come dice il Rosselli « l'aspirazione a pro– vue in un campo qualuuque le pro– prie att.iln<lini militari », si può sup• porre l'intento di prepnrnrsi pratica• mente ad essere condo11iero della cc guerra di f>Opolo :». Carlo Cattaneo deplorava che re Carlo Alberto, ce– dendo a « timori di polizia », si fos. se rifiutalo sempre di m,mdare in Al– geria uUiciali del suo esercito, e lo <leplorava, lui repubblicano, pcr– chè conscio della necessità per la gioventlt militare italiana ai impra- 1ichirsi sui campi di battaglia. Il Pisacane non fu fortunato nep• pure in quella disperata decisioni!. Si imbarcò il 5 dicembre '47 per la Africa e il 13 dicembre Abdel-Kader • @i arrese alla Francia. Non restavano 444 pili a compiere che servizi di sorve– glianza, di penf>trazionc e di rastr~I. lamento delle superstiti tribù ribelli. Pisacane potè ugualmente distin– guersi. come attestano le dimostra– zioni di simpatia e di f'tima che egli ricevette allorchè, nel marzo '48. presentò le dimissioni per ritornar– sene in Europa. Il suo colonnello qualificò la sua partenza come una vera perdita per il reggimento, jJ suo generale gli suggerì di sospen– dere le dimissioni, recandosi prima in Italia per vedere come procedes– sero le cose e perfino il ministro del. la Guerra scriverà piìi tardi cose Ju. singbiere sul conto suo. A chiamare Pisacane in Italia era una grande ,•occ: quella della rivoh1- zione. La guerra e la rivoluzione (1848-1849) I.,;;1 rivoluzione a Parigi cd a Vieu– ua, la rivoluzione in Sicilia, la CO• stituzione strappata al re Ferdinau. do, al re C11rlo Alberto, al Papa? Metternich e Luigi Filippo, scom– parsi dalla scena politica: a questa eruzione vulcanica si aggiunge l'in. surrezione di Milano (le Ci,u1ue gionwte) e la guerra austro-sarda. .Pisacane, sbarcato a :Marsiglia il pri• mo aprile 1848, chiede un salvacon– dotto per Napoli al Console delle due Sicilie. Cli sorride l'idea di fare la guerra col grado suo, con i suoi co11ei1tmlini. in un esercito coman– dalo dal generale Pepe. 1l funziona. rio. pauroso della responsabilità di facilitare rufficiale <e disertore», gi– ra la pratica al ministero. Pisacane è impaziente; parte per Milano, dove giunge indossando la sgargian• le uniforme degli uHìciali della Le-

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