Volontà - anno X - n.7 - 1 aprile 1957
/ora, poìchè sembrnno così deci~i di \·olerci ,rndare. Per salvarli ad ogni modo (poichè il sentimento di lrage– diu così nculo nel HOSlro lem,,o non i11dm:c 11cccssariamcntc al pCèSimi– :-mu e ,d 11ichilismo) bisogna libcrar– ~i dalla menzogna dellu storia, Out. tarla giì1 dalraltare su cui uu Hcgcl ('d un C1oce e molti altri miuori l"hannO po!'ht e veuerata. Bisogna !-apcr vedere iu una bauaglia .. -\quae Sexliae, Poiticrs, San Quintino, Sol– forino, Staliugraclo, etc., 11011 degli anelli in una catClla di cause e di cf. fcui, non dei passi necessari ed ine– vitabili di un certo s,•ilupp.o che to1·- 1·a ad 11110 storico il dimostrare. 11011 dei punii di riforimeuto di pn>CC8si impersonali, l"alluazione o il crollo di piani d'uomini di stalo o tl'as1,i– razioni popolari, ma una realtà ch'è negazione dello spirito. ma non 1>cr questo meno nostra e meno umana. Quando ero ragazzo uno dei miei giochi pn:dilctti era cli diseguure le isole e i ,·ontinenti di un pianern im• magìnario, di,•iso in lanlc nazioni, e poi, ,·011 dei 1>ezzeltin_idi caria che ne rnpprcsc111ava110 gli <'5-ercitie che 5pingevo l'uno contro l'altro conside– rnnclo dislrntii c1uelli che si voltava– no, ra<·cw, seguire le battaglie ~ne hauaglie. le guerre alle guerre, sor– gere e tramontare repubblit·he ed imperi. Su di un quaderno a parte scrivevo la sloria di queslo 1>ianeta immaginario, il cui modello era la storia che stavo allora imparando a 1'Cuol.t. Mi brtrnrdavo bene dall'im– brogliare, e uon mi accontentavo di ~prn-tarc i confini fra nazione e na– zione dopo ogni bat1aglia, ma pro• ducPvo ragioni nella mia mente per ogni nuovo conflillO. ne 1>onderavo le· con1'r~uenzc. ('ombinavo e scom- 396 binavo alleanze, e non mancavano rivoluzioni, colpi di stato cd intri– ghi. Eru una storia ideale e una ma- 11if<'1>tazio11c dello spirito che uou a• vc,,a nulla du invidiare a quella rli uno :slorif'o alla Croc.:c, eccetto Co~c quulc.:hc- solliµ:liezzu ili analisi e cer– io 111ohc qualità cli stile. Solo che la min 1'10ria si riferiva a dei pezzetti di carta ,·oltati dn una parte o dal– l'altra, mentre la storia dello stot·ico si riferisce ad uomiui uccisi ed uC• c·isori. La differenza fra le due non i- di onli11c spirituale, ma materiale. E" gius10 il gran rimprovero clw muovo ttgli i.torici dello spirito, cd ,illo ~1•iri10 :-:tcsf-:o. i.e· i· vf'ro. clw i.i comporli. i·vnH· dai loro :-nitli ap1ia– rc, non divcrisamenlc dall.1 mia men· te iutcnla al gioco: che si,m degli esseri umani e non dei pezzetti di curta a fornire il materiale della lo• ro storia. Si pensa ai morti di una battaglia, all'ngouin di ognuno di loro, agli ultimi pensieri di ciascuno al momento supremo, allo spirito in ognuno di essi albergalo e spento su quel campo di battaglia, 1>crdei fini r dei significali non nccessariamen• tt· più egregi, più chiari o più spiri– ltrnli di quelli per cui sarebbero con– tinoa1i a vivere se lì non Cossero morti. Sembra a mc che gli storici abbiano tulli. chi pili chi meno, la mentalità napoleonica, per cui la maggior parte degli uomini sono car– ne d11cannone, mero humus che ~o– lo serve a nutrire i fiori dello spiri– to di una minoranza eletta, di qurl- 111, in particolare, che scrive libri di i-I Oria, Qucsla clinlinzione fra uu·umsnità• :-pirito r un·umanili1-materiale t·he la filo,;:ofi.1 not·iana presuppone ,!ppnre nega è una semplificazione dell,t realtà per nu:zzo d'un 1>rocesso d'e-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy