Volontà - anno X - n.7 - 1 aprile 1957
sin della libertà e della giustizio? No, uoi abbiamo couosciuto, cono• sciamo questo: sono i riti Hnguinosi e monotoni della religion~ totalita• ria! li socialismo unghcrC!e è, oggi, in prigione o in eJilio. Nei palazzi dello Stato, armati fino ai denti, er. rnno i tirLU1ni mediocri dell'ouoluti• !òlllO, impauriti dalla parola stessa di libertà, inferociti da quello di J.j. bertà. Ne è la prova che oggi, 1S marzo, giorno di verità e di libcrtù invinci• bile per tutti gli nghcresi, per Kadar è stato UJJ lungo giorno di paura. Per dei lunghi anni, tuttavia, que– sti tiranni, aiutati in Occidente da complici che niente e nessuno li ob– bligava u tanto zelo, hanno diffuso dei torrcuti di !umo 11ullaloro vera azione. Quando qualche cosa ne tra. spariva, essi o i loro interpreti occi– den1nli ci spiegavano cbe tutto s'ar– rnngcrebbe in una decina di genera. zioni, che uell'atteta tu11i cammina– ,•ano allegrnmcnte verso l'av,•enire, che i popoli deportali a,·e,•auo avuto il torto d'ingombrare un po' la cfr• colazione sulla strada sn1>erba del progresso, che gli ucci!i erano com. pletamentc d'accordo sulla loro eli– minazione, che gli intellettuali si di– chiartwano felici del lc,ro grazioso ba\'aglio pcrchè era dialettico e che, infine, il popolo era contento del suo proprio lavoro, perchè se esso (a. CC\'n,per dei miserabili salari delle ore supplemcutori, lo foccva nel sen– so buono della storia. Ahimè! Lo stesso popolo hn preso la pnroln cd hn pnrlillo n Berlino in Cecoclovncchia, n Poznun e in ul. timo a Dud'npest. Ed in questa cit– tà, contempornncnmeutc nl popolo, gli intellettuali si sono strappati il bavaglio. Ed e.utrambi, ad una so– In voce, hanno detto che nou s: cam– mina,•a in avanti ma che si indie– treggiava, che si era ucdso per nien– te, deportato per niente, asservito per niente e che oramai per euere sicuri di a,•anzare sulla buona strada. era necessario dare o tutti In verità e la li.bertà. Così, al primo grido dell'insurrezione in Dudapclll libe– ro, chilometri di falsi ragionamenti e di belle dottrine ingannatrici ai scienziati e d.i povere filosofie, 80• no stati ridotti in polvere. E la ve– rità nuda, così troppo tempo oltrag– gintn, è apparsa agli occhi di tutti. Dei padroni sprezzanti, che igno– ravano persino di insultare ln classe operaia, ci avevano assicurato che il popolo facilmente fnecva n meno della libertà se soltanto gli si dovo del pane. E lo stesso popolo rispon– deva loro improvvisamcnle che uon avevano neppure il pane, ma anche supponendo che ne avesse avuto, es– so vorrebbe ancora qualclieeosa di altro. Percbè non è un profe.wore sapicn. te ma un fabbro di BudaJ>eJt eha scriveva: e Io voglio che mi ei con– sideri come un adulto che vuole e sa pensare. Io voglio poter dire il mio pensiero senza a\'er niente da lemere e ,·oglio che mi ei aaeohi anche». Quanto agli intetlelluoli, ai quali era stato predicato ed urlato che non vi era altrn verità che cp1ella che serviva gli obiettivi della cnusn, ecco il giuramento che essi pre11tnva110 sulla tomba dei Joro eom1>gnn.inseas– sinati per In suddc11n cousn: « Mai pii1, neppure sotto lo minnccin o la tortuTa, uè per un amore mnl com- 371
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